No triv: il dossier del Wwf, “Figli di un dio minore”, parla chiaro sul pericolo delle trivelle in Adriatico tra Italia e Croazia.
L’assalto ai mari italiani, documenti alla mano, è denunciato dal Wwf nel dossier dal titolo eloquente, presentato in conferenza stampa.
“Nella scorsa estate in Croazia su 10 aree interessate da progetti inerenti lo sfruttamento di idrocarburi, ben 7 sono state abbandonate dalle stesse compagnie petrolifere, mentre le restanti tre sono state bloccate dal governo croato, sollecitato dagli ambientalisti locali che avevano individuato nel turismo la vera ricchezza della loro terra”, ha dichiarato Fabrizia Arduini, referente energia del Wwf Abruzzo.
Ai rischi connessi all’estrazione di idrocarburi si aggiunge anche la sensibilità ambientale di un governo, quello croato, che evidentemente non può dirsi affine a quella del governo italiano, firmatario del tanto contestato decreto “Sblocca Italia” che favorirebbe le lobby petrolifere.
“In Croazia i petrolieri pagano royalties molto alte che spesso scoraggiano e scongiurano l’attuazione dei progetti di estrazione”, continua la Arduini, “mentre in Italia i petrolieri traggono vantaggi e incentivi che incoraggiano i titoli minerari in mare”.
In pratica in Croazia i petrolieri pagano cinque volte per lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo, cosa che se sull’altra sponda dell’Adriatico scoraggia i giganti degli idrocarburi, sulla nostra sponda induce all’assalto dei mari italiani.
“In Italia i titoli minerari non li abbandona nessuno, perché il petrolio ai petrolieri glielo regaliamo, alla faccia dei cittadini che si vedono scippare un bene preziosissimo come quello del mare”, ha incalzato Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo che il 14 ottobre sarà a Roma insieme ad ambientalisti e cittadini per il sit-in di protesta contro la deriva petrolifera.
Il servizio del Tg8:
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