Investigatori sempre più vicini alla verità sull’assassinio di Paolo D’Amico, l’operatore ecologico di 55 anni ritrovato domenica scorsa in una pozza di sangue nel garage della sua abitazione in aperta campagna, nella zona di colle Rendola, tra i Comuni di Barisciano e di San Demetrio.
I carabinieri del nucleo investigativo operativo del Comando provinciale, coordinati dal comandante Nazareno Santantonio seguono una pista ben precisa, fanno sapere che il contesto nel quale è maturato l’omicidio – avvenuto con un’efferatezza particolare – è sempre più delineato, anche se l’ultima parola verrà data dagli accertamenti che si stanno concludendo, accertamenti tecnici e scientifici, dai quali – dicono gli investigatori – “siamo fiduciosi che nei prossimi giorni uscirà anche il profilo dell’assassino o DEGLI assassini. Resta infatti in piedi l’ipotesi che a uccidere D’Amico siano state due o tre persone. Ma anche in questo caso la risposta definitiva arriverà tra almeno 20 giorni, forse di più, al termine del lavoro dei consulenti. I carabinieri non si aspettano, invece, che emergano elementi significativi dalle telecamere del circondario. Non è dalle telecamere, insomma, che arriverà la risposta sull’uccisione dell’uomo. Si tratta di immagini (ore e ore di materiale registrato ) provenienti appunto da dispositivi di attività commerciali e imprenditoriali troppo lontane (anche una decina di km ) dal luogo dell’omicidio per essere davvero utili nella ricostruzione dei fatti. Immagini che – tutt’al più – potranno essere d’aiuto per confermare una ricostruzione verso la quale gli investigatori già si stanno avvicinando. Intanto continuano gli accertamenti, le analisi dei tabulati telefonici e le indagini sui movimenti bancari di D’Amico, si ascoltano ancora persone. Ma entro un mese, confermano gli investigatori, arriveranno i referti di tutti gli accertamenti e allora si potrà mettere, forse, la parola fine sulla brutta storia. I moventi restano tutti in piedi: da un lato quello economico (per presunti debiti per alcuni lavori eseguiti nella sua abitazione) e dall’altro quello dello spaccio, dal momento in cui nel garage di Paolo D’Amico sono stati ritrovati alcuni sacchi di foglie essiccate di marijuana. Entro poche ore gli inquirenti rilasceranno la salma ai familiari, che potranno così salutarla per l’ultima volta ridando dignità a un corpo martoriato, colpito alla testa e al torace con tre diverse armi, tutte prelevate dal cantiere esterno o dal garage di D’Amico e sequestrate.