Omicidio Pavone. La Procura generale ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha ridotto la pena a Vincenzo Gagliardi
Non si accontenta, l’accusa, di una condanna a 19 anni. Per il Pg Romolo Como Vincenzo Gagliardi ha sparato con premeditazione a Carlo Pavone, il marito della sua amante. Il delitto avvenne il 30 ottobre 2013 sotto casa dei coniugi a Montesilvano, quando l’ingegnere uscì di casa per gettare la spazzatura. Gagliardi è stato condannato per avergli sparato, riducendolo per quasi un anno in coma, prima che Pavone cessasse di vivere.
La sentenza della Corte d’Appello, cinque mesi fa, ha ridotto la pena a carico di Gagliardi da 30 a 19 anni, perché i giudici hanno ritenuto che “nulla era stato accertato in ordine alla condotta di Gagliardi, in termini di pianificazione del proposito criminoso, nei giorni precedenti al delitto”.
Di diverso avviso il Procuratore Como e le parti civili (i fratelli della vittima), per i quali Gagliardi ha evidentemente pianificato l’omicidio: dalle informazioni su internet su come procurarsi l’arma, sino ad essersela portata dietro in macchina, sotto casa dell’uomo al quale ha sparato.