Dati interessanti nel quarto rapporto sull’orso marsicano nel PNALM, sulle attività legate alla conservazione del plantigrado realizzate nel corso dell’anno 2018.
Nel rapporto vengono riportati i dati sulle varie attività svolte nel corso dell’anno: monitoraggio, catture, orsi confidenti, misure di prevenzione, accertamento danni e indennizzi, ispezioni del nucleo cinofilo antiveleno, monitoraggio sanitario, attività di comunicazione e progetti in corso, oltre agli aggiornamenti delle Regioni e delle altre Aree protette e alle pubblicazioni scientifiche più recenti.
Tra le attività realizzate in collaborazione tra più Enti vengono riportati i dati della rete di monitoraggio, formalizzata nel 2017 tra aree protette, Regioni e Carabinieri forestali. La rete di monitoraggio Abruzzo e Molise, che si aggiunge a quella del Lazio, documenta, attraverso la verifica delle segnalazioni e le analisi genetiche, la presenza di orsi nei territori esterni al PNALM e alla sua ZPE, e, tra questi, nuovi genotipi nella popolazione di orso bruno marsicano.
Tra i risultati positivi deve essere sicuramente segnalato il fatto che il 2018 è il terzo anno consecutivo nel quale si osservano da 10 a 12 nuovi nati nella popolazione, che sono tra i valori massimi registrati dall’anno 2006, cioè da quando il conteggio delle femmine con i cuccioli è realizzato con regolarità e con la stessa metodologia. Così come un altro risultato positivo è rappresentato dalla femmina con 3 cuccioli che si è riprodotta nel Parco della Maiella. Un evento non unico (già nel 2014 era stata osservata una femmina con 2 cuccioli sulla Maiella), ma sicuramente eccezionale per le caratteristiche dell’orsa Peppina (abituata a predare pollai) che si muove in un ampio territorio dentro e fuori le aree protette. Gli sforzi compiuti per monitorarla in assenza di radiocollare e gestire le problematicità legate alle predazioni anche in territori non più abituati a convivere con l’orso, sono ripagati dalle immagini di Peppina con i 3 cuccioli cresciuti di un anno.
“Il 2018 – dichiara il Presidente Antonio Carrara – è stato anche l’anno di avvenimenti che non avremmo voluto raccontare: la femmina con due cuccioli annegati in una vasca in montagna; l’orso morto per un emergenza anestesiologica durante la cattura; un atto di bracconaggio molto probabilmente avvenuto nel 2017 nel versante laziale. Avvenimenti che ripropongono tutti i problemi che abbiamo di fronte nella conservazione dell’orso marsicano: una mortalità illegale più ridotta ma difficile da azzerare; una mortalità accidentale che richiede un maggiore impegno e attenzione da parte di tutti, soprattutto nel ricondurre tutte le attività nell’ambito delle regole che pure esistono. Nel complesso i dati che abbiamo messo a disposizione in questi anni con il rapporto orso ci dicono che, rispetto alle stime del 2011 e 2014, la popolazione di orso marsicano è sicuramente stabile con alcuni segnali di miglioramento che ci vengono dal numero dei cuccioli nati, dal numero delle femmine riproduttive, dai genotipi rilevati e dalle femmine che si sono riprodotte fuori Parco e Zpe. La crescita della popolazione di orso marsicano è una grande sfida, forse la più difficile nell’ambito della conservazione della biodiversità in Italia, ma la possiamo vincere, con un lavoro paziente e costante, senza mollare mai, sapendo che non ci sono scorciatoie e che problemi complessi non hanno soluzioni facili.”
Il rapporto orso marsicano 2018 è edito dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e si avvale del contributo delle Regioni (Abruzzo, Lazio e Molise), dei Carabinieri Forestali, delle altre Aree protette interessate dalla presenza dell’orso (Parco Nazionale della Maiella, Parco Regionale Sirente Velino, Riserva Regionale Monte Genzana Alto Gizio, Riserva Regionale Gole del Sagittario, Riserva Regionale Zompo lo Schioppo, Riserve regionali gestite dall’Associazione Ambiente e vita), di ISPRA, dell’Università di Roma La Sapienza e di Associazioni di protezione ambientale come Salviamo l’Orso.