Tensioni tra la comunità dei fedeli e il parroco di Castelvecchio Subequo Massimiliano Di Carlo. “A rischio la mia incolumità, niente processione del venerdì santo”.
Il sacerdote titolare della parrocchia ha preso la decisione di non far tenere, al momento, la processione del venerdì santo a Castelvecchio Subequo. Raggiunge dunque il culmine lo scontro con una parte della comunità dei fedeli che lo contestano da tempo, e ai quali è stata già negato il nulla osta per un’altra processione, quella di pasquetta in onore di Santa Barbara protettrice dei minatori. Gravissime le accuse del parroco esplicitate in un avviso affisso in canonica nel quale ha scritto:
Dato che ci sono stati dei malumori sul fatto di lasciare le statue nella chiesa di San Rocco, e dopo le recenti contestazioni riguardo all’ex festa di Santa Barbara, accompagnate da minacce e diffamazioni verso la mia persona e il ruolo che ricopro, non essendo garantite le condizioni di comunione e di sicurezza personale, si stabilisce che la processione del Venerdì Santo per quest’anno non avrà luogo. In caso di un ritorno a condizioni ottimali entro la data di venerdì prossimo, sarà mio piacere comunicare eventualmente la decisione difare la processione alle 21, come da programma e seguendo il percorso stabilito.
Un colpo di scena che, per la durezza dei toni e la gravità delle accuse, ha trovato sconcertata anche una grande fetta della comunità parrocchiale estranea alla diatriba, che -salvo si calmino le acque- verrà comunque penalizzata dalla mancata celebrazione del rito pasquale.
Già lo scorso anno padre Massimiliano fu contestato dai fedeli per la decisione di non far uscire il 16 agosto la statua di San Rocco in processione perché, secondo il suo parere, i cittadini non avevano provveduto a costituire il comitato dei festeggiamenti.
Durante il suo incarico alla parrocchia dell’Assunta a Silvi, invece, l’esuberante sacerdote. durante la messa di Natale annunciò di voler rottamare tutto quello che avevano costruito i suoi predecessori, e chiuse una cappella costruita con le donazioni dei fedeli e sulla porta lasciò un messaggio: “Il luogo è stato chiuso per motivi di sicurezza accuso i miei predecessori di poca onestà”.