Ricorrono oggi i 40 anni dal 23 marzo 1980 quando allo Stadio Adriatico di Pescara, al termine della gara con la Lazio, tre calciatori ospiti vennero caricati sulle auto della Guardia di Finanza e portati nel carcere di Regina Coeli. Per la prima volta il calcio italiano vedeva esplodere lo scandalo delle scommesse.
All’Adriatico quel giorno si giocò in un clima surreale. Lo stato di assedio era evidente ancora prima del fischio d’inizio. E anche in campo si percepiva la tensione tra i calciatori delle due squadre guidate da Giagnoni e Lovati. All’inizio del secondo tempo il Pescara passò in vantaggio con Cosenza sugli sviluppi di una punizione calciata da Nobili. Con una Lazio frastornata dalla notizia della presenza dei carabinieri e finanzieri già negli spogliatoi, arrivò ad un quarto d’ora dal termine anche il definitivo 2-0 di Chinellato.
Al rientro degli spogliatoi venivano isolati cinque giocatori della Lazio: Wilson, Cacciatori, Giordano, Viola e Garlaschelli. Agli ultimi due fu consegnata una comunicazione giudiziaria quali indiziati di reato. A Wilson, Giordano e Cacciatori veniva comunicato l’ordine di cattura. Scortati da agenti in borghese ormai alle 18 di sera, i tre furono caricati su due Alfette dirette al carcere di Regina Coeli. Proprio quel giorno di 40 anni fa a Pescara era scoppiato il primo grande scandalo del calcioscommesse italiano.
I fatti del 23 marzo sono stati raccontati dal quotidiano IL CENTRO nel numero di oggi, con un approfondimento di due intere pagine.