Continua sui muri di Pescara il botta e risposta sui manifesti fascisti prima affissi, poi censurati, poi rintuzzati e infine imbrattati.
Dovrebbe essere cosa superata, una lunga parentesi archiviata dalla Storia e dai suoi anticorpi; a volte ciechi, a volte tardivi, ma che bene o male prima o poi agiscono. Anzi, di più: il fascismo dovrebbe essere non oltre bensì fuori dalla Storia, anacronistico come tutte le dittature. Eppure così non è, visto che con la parola fascismo abbiamo ancora a che fare, persino in Italia, e – peggio – nel mondo esistono e resistono ancora dittature di vari colori. Allora forse questa faccenda dei manifesti “fascisti” va considerata per quello che è, una stupidaggine, da declassare al rango di bravata che Comune tenta in qualche modo di depotenziare. Pochi giorni dopo la censura del sindaco Marco Alessandrini sui manifesti di Fascismo e Libertà, ecco le nuove puntate della vicenda che si sta scrivendo sui muri della città. Il penultimo atto vede il comitato cittadino del Pd che, in risposta ai manifesti fascisti, ne fa affiggere altri recanti la scritta “Pescara rifiuta il Fascismo”. L’ultimo atto invece vede gli stessi manifesti del Pd imbrattati con svastiche naziste. Il segretario cittadino del Pd Moreno Di Pietrantonio ha così commentato:
“La copertura dei manifesti che inneggiavano al Fascismo era un atto dovuto e previsto dalla legge. Quanto accaduto nelle ultime ore con questo rigurgito nazifascista credo, però, sia opera più che altro di qualche balordo. Un gesto ovviamente da censurare, per di più perché commesso in una città democratica e antifascista come Pescara che ha pagato un pesante tributo di vittime e di sangue nell’ultimo conflitto mondiale”.