Pescara, caso Pavone: tutti i sindacati di Polizia della provincia hanno incontrato stamani il Procuratore Capo Federico De Siervo. Soddisfatti, “Ma adesso serve chiarimento interno alla Polizia di Stato”.
L’incontro era stato fissato – si legge nella nota sottoscritta da tutte le organizzazioni sindacali “per avere chiarimenti diretti sull’operato della Squadra Mobile e di Giancarlo Pavone, oggetto degli attacchi da parte del Presidente della Regione Luciano D’Alfonso”. I rappresentanti sindacali hanno sentitamente ringraziato il Procuratore Capo per i contenuti e gli indubbi apprezzamenti riportati nella Sua comunicazione del 07 aprile 2016, indirizzata al Questore Paolo Passamonti, dove si è espresso personalmente e formalmente, dopo aver attentamente vagliato i fatti e sulla scorta dei pareri espressi da tutti i Sostituti della Procura.
“È per noi motivo di soddisfazione” -affermano i sindacati-“aver appreso che Giancarlo Pavone e la Squadra Mobile sono al di sopra di ogni possibile dubbio ed imparzialità nella propria attività. È altresì motivo di soddisfazione aver constatato che per la Procura della Repubblica di Pescara è necessario continuare ad avvalersi dell’attività investigativa del Pavone all’interno della Squadra Mobile, in quanto consolidato bagaglio di conoscenze, necessarie per il completamento di investigazioni delegate alla stessa Squadra Mobile. Alla luce di ciò, durante l’incontro queste OO.SS. hanno ritenuto necessario avere chiarimenti in ordine alle evidenti contraddizioni con gli atti a firma del Questore. Infatti” -affermano i sindacati-“non comprendiamo l’accelerazione con la quale, già in data 21 marzo 2016 ed all’esito dell’incontro con lo stesso Procuratore del 17 marzo 2016, il Questore ha avventatamente segnalato al Ministero dell’Interno la necessità di trasferire il Pavone Giancarlo ad attività non investigative e poi in data 22 marzo avviato il relativo procedimento disciplinare. La ragione dell’appunto proposto dal Questore in data 21 marzo è stata rappresentata nella grave incompatibilità tra il noto “post” pubblicato ed il settore specifico investigativo della lotta ai reati contro la Pubblica Amministrazione, tanto che, secondo quanto appuntato dal Questore, “…lo stesso Procuratore ha auspicato l’assegnazione del Pavone ad un incarico che non comporti lo svolgimento di funzioni di Polizia Giudiziaria…”. Il Procuratore Capo, apprezzando la nostra rappresentanza, con serenità ha invece ribadito la fiducia riservata alla Polizia di Stato in generale ed al Pavone Giancarlo in particolare, puntualizzando che il richiamato appunto del Questore è stato frutto di una probabile incomprensione di chi ha espresso male un fatto e ha recepito male un concetto. Abbiamo anche evidenziato al Procuratore Capo il nostro disappunto per il fatto che, per un caso così eclatante, il Questore non abbia usato la medesima solerzia per riferire al Prefetto dell’importante attestato di fiducia del Procuratore Capo del 7 aprile 2016, come riscontrato in occasione del nostro ultimo incontro con il Prefetto del 13 aprile, che immediatamente ha richiesto il fascicolo alla Questura. All’esito dell’odierno incontro e sui suoi contenuti” -concludono i sindacati- “a partire da oggi, si rende necessario un chiarimento interno alla Polizia di Stato, anche per capire la natura degli evidenti errori commessi nella gestione della intera vicenda e di chi li abbia commessi”.