Pescara: cittadinanza onoraria al magistrato Nino Di Matteo che lunedì mattina all’Aurum incontrerà gli studenti, ai quali racconterà la sua coraggiosa battaglia per la legalità.
Sarà il sindaco Marco Alessandrini a investire il magistrato della cittadinanza onoraria, dopo la decisione unanime dell’assise pubblica, presa lo scorso 1° luglio 2015. Lo stesso faranno anche i sindaci di altri comuni abruzzesi, nel corso della cerimonia che avverrà lunedì 15 febbraio alle ore 10,30 nella sala d’Annunzio dell’Aurum di Pescara.
Nino Di Matteo è una delle personalità più esposte e impegnate nella lotta per la legalità e contro le mafie. La cerimonia avverrà in presenza degli studenti delle scuole medie e superiori pescaresi e di altri comuni abruzzesi. All’incontro parteciperà in collegamento via Skype anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia e testimonial della lotta per la legalità.
“Di Matteo è un uomo dello Stato al quale la nostra nazione deve molto”, si legge in una nota diffusa dal presidente del consiglio comunale di Pescara, Antonio Blasioli. “Impegno, professionalità e dedizione al servizio lo hanno portato nella sua carriera ad occuparsi più volte dei rapporti tra criminalità organizzata e alti esponenti delle istituzioni”.
Nino Di Matteo è entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la ODA di Caltanissetta e dal 2012 è presidente dell’associazione nazionale magistrati di Palermo. Pubblico ministero a Palermo, nel 1999 ha condotto indagini anche sulle stragi di mafia in cui sono stati uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme agli agenti delle rispettive scorte. Nel corso di uno dei tanti processi legati alla trattativa Stato-mafia che hanno visto il magistrato impegnato nella difesa della legalità, ha ricevuto minacce di morte da parte del boss Totò Riina, intercettate dalla magistratura durante una conversazione privata in carcere: episodio per cui, nonostante la scorta assegnatagli nel 1995, è stato elevato il grado di protezione nei confronti dello stesso magistrato.