Chiarita la dinamica a Pescara del duplice omicidio di ieri pomeriggio in Via Tibullo. Lite per la droga degenerata nel sangue. L’assassino: “mi sono difeso”. Ma ha ucciso la donna che rincasava a sangue freddo, e senza pietà.
E’ ormai chiara agli investigatori e al Pm Salvatore Campochiaro la dinamica del duplice omicidio di Via Tibullo (qui le altre foto e i filmati sull’episodio di ieri) che ha insanguinato col suo orrore una serena domenica pescarese. Fino alle cinque di pomeriggio serena lo era anche call’interno della mansarda del civico 25, dove due giovani di 22 e 25 anni armeggiavano attorno ad un computer per un mouse che faceva le bizze. Ma evidentemente non era quello l’unico contrattempo tra l’inquilino, Arkadius Mikza, detto “Arka”, polacco, e l’ospite ucraino Maxym Chernysh, pregiudicato, tossicodipendente residente a Francavilla, amico e cliente del primo per piccole forniture di stupefacenti. Proprio la droga -ammetterà poi quest’ultimo- aveva fatto la comparsa tra i due durante il pomeriggio, ed oltre ad essere consumata è divenuta anche argomento di una conversazione sempre più accesa per un debito tra i due, fino all’epilogo omicida. E’ spuntato il coltello, forse anche la mazza da baseball. Tra i due botte e sangue. Ad avere la peggio è stato il giovane polacco, morto in una pozza di sangue.
L’OMICIDA E, A DESTRA, LA PRIMA VITTIMA
La chiave giudiziaria di un duplice omicidio già risolto sul piano investigativo si giocherà tutta tra l’impeto e la freddezza dell’azione dell’assassino, il quale -nell’uscire dall’appartamento- ha incrociato la madre di Arka” che rincasava, prima testimone del delitto, e l’ha colpita con la mazza sull’uscio di casa fracassandole il cranio e lasciandola agonizzante.
LA SECONDA VITTIMA, Kristyna Myksza, 53 anni, badante
In fuga, con le armi in un borsone e a sua volta ferito con i vestiti insanguinati, l’omicida a piedi ha tentato di nascondersi nel vano caldaie di un appartamento nella vicina Via dei Pretuzi. Proprio la scia di sangue che ha lasciato per strada ha rappresentato la prima traccia seguita dagli investigatori e che ha consentito l’immediata cattura di Chernysh, che dopo una sosta in ospedale per le cure alle ferite, ha confessato il delitto nell’interrogatorio davanti al PM Salvatore Campochiaro, ma -assistito dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo- si è giustificato affermando di aver reagito alla provocazione del ragazzo. Sul posto, oltre ai Carabinieri del Nucleo Investigativo diretti dal capitano Alessandro Di Pietro ed alla squadra mobile guidata da Pierfrancesco Muriana, che hanno agito in piena sinergia, le prime ricognizioni cadaveriche sono state effettuate dal medico legale Ildo Polidoro. Sia il coltello che il bastone sarebbero stati usati in entrambi gli omicidi, per colpire con rabbia, ma anche per finire le vittime. Un tassello che -se confermato dall’autopsia- non aiuta la tesi difensiva.
Un fatto di sangue che per la sua violenza ed efferatezza ha colpito l’opinione pubblica. Ha esordito con queste parole il Questore di Pescara, Paolo Passamonti, alla conferenza stampa congiunta di Polizia e Carabinieri, convocata stamani in Questura sul duplice omicidio di Via Tibullo. Un fatto di sangue risolto in brevissimo tempo grazie alla sinergia tra le forze di polizia e la collaborazione di alcuni cittadini.
“Abbiamo dato prova di grande efficienza e professionalità risolvendo il caso in brevissimo tempo. Malgrado fosse domenica pomeriggio, abbiamo reperito tutti gli agenti necessari per intervenire tempestivamente e bloccare la fuga disorganizzata dell’ omicida”.
Il Dirigente della Squadra Mobile, Pierfrancesco Muriana, ha sottolineato il gran coraggio degli Agenti della pattuglia intervenuta sul posto i quali, pur agendo in un contesto ostile e senza molti elementi a disposizione, sono riusciti a bloccare l’autore del duplice omicidio. Fondamentale, inoltre ha aggiunto Muriana, si è dimostrata la collaborazione fornita da una badante del piano inferiore l’alloggio dove si è consumato il fatto di sangue, la quale ha fornito una descrizione sommaria dell’ucraino, e quella di un ragazzo a passeggio con il proprio cane, per rinvenire il borsone abbandonato per strada. L’uomo, già ascoltato dagli inquirenti, avrebbe ammesso di aver commesso il duplice omicidio ma di aver agito per legittima difesa. Portato in ospedale gli sono state medicate delle ferite profonde su entrambe le braccia provocate verosimilmente da un’arma da taglio. L’ucraino, da quanto riferito, temeva di essere rapinato dai due. Inoltre il duplice omicida si era trasferito temporaneamente proprio ieri mattina nell’abitazione di via tibullo scenario dell’atroce duplice omicidio. I due, al momento dei fatti, erano sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti e all’origine della discussione, secondo gli inquirenti, potrebbero esserci questioni legate proprio alla droga.
Stando a quanto emerso dall’ispezione cadaverica, il 23enne è stato colpito da almeno due bastonate al capo e da fendenti non letali, mentre la 54enne è stata uccisa con diverse coltellate, tra cui una importante al collo. In sede di interrogatorio, al pm Salvatore Campochiaro l’omicida ha detto che temeva di essere rapinato; nel suo
portafoglio sono stati trovati dei contanti. Prima del litigio lui avrebbe assunto metadone e marijuana e la giovane vittima eroina e cocaina. Il reo confesso ha aggiunto di essere stato aggredito per primo mentre stava riparando un mouse da computer rotto; poi la situazione sarebbe degenerata. L’omicida ha riferito anche di essere stato colpito dalla 54enne e di aver reagito.
A Pescara, ha affermato il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Colonnello Paolo Piccinelli, sono giunti i Carabinieri del Ris per i rilievi scientifici per definire tutti i dettagli del duplice omicidio. Sono ancora molti gli aspetti da chiarire. A partire dai due coltelli rinvenuti, uno dei quali con la lama piegata, apparentemente differenti da quelli in uso nella cucina dell’appartamento della vittima. Così come due sarebbero i borsoni ritrovati, uno con la mazza da baseball ed un giaccone e l’altro con alcuni abiti insanguinati appesi ad una gruccia. L’assassino potrebbe aver avuto il tempi di cambiarsi. Un supporto determinante, al fine delle indagini, sarà fornito dai rilievi scientifici dei Ris, in quanto ci sono elementi che farebbero propendere alla crudeltà.