Pescara: operazione antiprostituzione dei carabinieri denominata “Ombre bulgare”. Arrestati tre pregiudicati cittadini bulgari e deferiti nove loro connazionali.
Le indagini sono state avviate nel settembre del 2015 nei confronti di alcuni cittadini di nazionalità bulgara, individuati quali responsabili dei reati di “sfruttamento della prostituzione con aggravante della trans nazionalità”. L’operazione è stata condotta dai carabinieri di Pescara, in collaborazione con la polizia bulgara, i servizi per la cooperazione internazionale e i servizi Europol. L’esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip Gianluca Sarandrea del Tribunale di Pescara su richiesta del pm Andrea Papalia.
Lo sfruttamento delle giovani bulgare, indotte alla prostituzione sulla riviera adriatica, originava un giro d’affari di circa 50.000 euro mensili.
In manette sono finiti Sergey Elenov Todonorinov, 24 anni, pregiudicato; i coniugi bulgari Rozaliya, 34 anni, ed Ermenko Georgiev, 37 anni. La coppia, che e’ stata arrestata in Bulgaria, e’ stata estradata in Italia ed e’ arrivata ieri a Fiumicino per essere messa a disposizione dell’autorita’ giudiziaria italiana. I coniugi son finiti in carcere in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall’autorita’ giudiziaria italiana. Il personaggio di spicco della banda e leader del gruppo, Todor Milodinov Todorov, 30 anni, pluripregiudicato, gia’ condannato per omicidio, e’ ancora ricercato. Per quest’ultimo e per Totonorinov, invece, la misura custodiale e’ stata emessa dal gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta del pm Andrea Papalia. L’operazione, denominata, “Ombre bulgare” ha consentito di neutralizzare il fenomeno della prostituzione nell’area sud di Pescara. In totale sono state denunciate dodici persone, tra cui i bulgari Nikolay Vasilev, 30 anni, pregiudicato, e Nikolay Hristov, 60 anni, soprannominato “il vecchio della bicicletta”, perche’ il suo ruolo era quello di controllare le prostitute spostandosi in bici anche di notte fino a Francavilla al Mare. L’indagine, che ha preso il via nel settembre del 2015, e’ stata caratterizzata da uno scambio di informazioni tra i carabinieri di Pescara e la polizia bulgara.
Nello specifico, e’ emerso che le ragazze bulgare, in totale otto, si prostituivano nella zona compresa tra l’Universita’, il Tribunale e il confine di Francavilla. Gli appartenenti alla banda erano privi di scrupoli e per reclutare le giovani arrivavano anche a minacciarle di ritorsioni nei confronti dei loro familiari rimasti in Bulgaria. Le donne erano controllate a vista e di volta in volta i loro aguzzini prelevavano il denaro guadagnato. Le prostitute non erano trattate tutte allo stesso modo e solo una di loro ha avuto il coraggio di raccontare tutto. Le altre ragazze hanno avuto invece un comportamento reticente e anche di sfida. Alcune di loro erano le donne degli sfruttatori o di altre persone colluse con la banda. I militari dell’Arma hanno anche accertato una periodica frequenza di viaggi tra l’Italia e la Bulgaria per depositare il denaro provento dell’attivita’ di prostituzione. Le indagini hanno messo in luce collegamenti, non del tutto definiti, con aree della costa molisana e pugliese, dove sono stati riscontrati i movimenti del sodalizio che ha agito con un dinamico interscambio di ruoli. I particolari dell’operazione sono stati resi noto dal maggiore Massimiliano Di Pietro, del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Pescara.
height=315