Due trans sono stati posti ai domiciliari in provincia di Pescara con l’accusa di estorsione: da mesi ricattavano un cliente che si era rifiutato di avere rapporti con loro perché non erano donne.
Il cliente era in realtà un uomo che, credendo di avere a che fare con una escort, contattata on line, si era recato in un appartamento alla Spezia. Ad aprirgli la porta però era stato un transessuale. Rifiutatosi di consumare la prestazione, il cliente, visto l’equivoco, se ne era andato, ignaro del fatto che di lì a poco sarebbero iniziati i ricatti.
“Abbiamo il video del tuo ingresso in casa, se non ci dai 200 euro mettiamo tutto sul web e ti sputt…mo”. Erano di questo tenore i messaggi che il malcapitato continuava a ricevere, nonostante bloccasse i numeri da cui veniva contattato. Il cliente si è sempre rifiutato di cedere all’estorsione, fino a denunciare tutto ai carabinieri di Massa. Una volta rintracciati i numeri di telefono da cui provenivano le chiamate, i carabinieri sono risaliti a due transessuali, inizialmente residenti a Verona e già noti alle forze dell’ordine per il modus operandi con cui adescavano clienti e poi li ricattavano.
I due transessuali, italiani di 29 e 25 anni, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, che stanno scontando in provincia di Pescara dove nel frattempo si erano trasferiti da Verona.