Pizzoferrato rende omaggio al suo magistrato, Ettore Casati, primo presidente della corte di cassazione, con una tavola rotonda programmata il 3 giugno.
All’evento prenderanno parte, tra gli altri: Giovanni Canzio, primo presidente della corte di cassazione; Giovanni Legnini, vice presidente Csm; Luciano D’Alfonso, presidente della regione Abruzzo; Lucio del Paggio, consigliere nazionale forense.
Ettore Casati nacque a Chiavenna, nella provincia di Sondrio, il 24 marzo 1873. Laureato in giurisprudenza all’università di Milano, si avviò subito alla carriera di magistrato, diventando consigliere della corte di cassazione, consigliere di sezione della stessa corte e primo presidente dal 6 novembre 1941. Nel 1943, dopo gli avvenimenti storici che portarono alla formazione della Repubblica sociale italiana, rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò, fuggendo nell’Italia liberata. Casati decise di passare le linee tedesche e di recarsi al sud dove aveva sede il legittimo governo italiano. Il 15 febbraio 1944 fu nominato ministro di grazia e giustizia dal primo governo Badoglio, rimanendo in carica fino al 17 aprile 1944. Dopo il primo governo Badoglio lasciò la carica, senza abbandonare la vita pubblica: dal 27 luglio del 1944 fu chiamato a presiedere l’alta corte di giustizia competente per i reati compiuti dai membri del governo fascista. Tra le sue opere si ricorda un “Manuale del diritto civile italiano”, pubblicato da Utet. Ettore Casati morì a Roma il 14 agosto 1945.
Su consiglio di alcuni amici, Casati arrivò a Pizzoferrato nel 1925 per sfuggire “alla fatua confusione romana”. A dorso di due muli, lui e la moglie, Elvira Maccagnini, giunsero nel piccolissimo centro della Val di Sangro, dove abitarono per quattro anni, risiedendo nel palazzo baronale. Soltanto inseguito decisero di costruirsi un proprio “rifugio” tra le rocce, sulla sommità del paese: il Fileremo, una splendida dimora, sobria e signorile, che è tuttora possibile visitare. I coniugi Casati, per loro espressa volontà, sono stati sepolti nel cimitero di Pizzoferrato.
“Si tratta di un’alta carica dello Stato che scelse il nostro territorio e volle restarci, nonostante gli impegni istituzionali”, ha spiegato il sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli. “Egli tra l’altro creò il consorzio di bonifica dell’alto Sangro e portò a compimento la strada Pizzoferrato-Gamberale-stazione di Palena, togliendo il paese dall’isolamento. Casati già all’epoca comprese la potenzialità di questo luogo e ammirò la schiettezza della sua gente, rimanendone affascinato. Ed è giusto onorarlo”.
L’evento di commemorazione di Ettore Casati si terrà a Pizzoferrato, venerdì 3 giugno, a partire dalle 15.30, orario in cui è previsto il ricevimento delle autorità al Fileremo, dove alle 16 sarà scoperta una lapide intitolata al magistrato. A seguire ospiti e amministratori di Pizzoferrato si trasferiranno tutti nel vicino palazzo baronale, dove Roberta Lucchini introdurrà i lavori della tavola rotonda. Si comincerà con i saluti del sindaco, Palmerino Fagnilli, e del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso; alle 16.30 sarà poi la volta della proiezione del film documentario “La guerra in casa” di Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli, che ripercorre la prima battaglia della Brigata Majella e che contiene anche immagini girate al Fileremo. Alle 17 l’artista Giuseppe Borea leggerà “Ettore Casati” di Palmiro Togliatti. Infine l’inizio della tavola rotonda “La forza ideale del diritto – magistratura e avvocatura tra dittatura e Costituzione”. Introdurrà e modererà la giornalista Maria Rosaria La Morgia. Interventi di: Giovanni Canzio, primo presidente della Corte Suprema di Cassazione; avvocato Lucio Del Paggio, consigliere nazionale forense e vice presidente della fondazione italiana per l’innovazione forense e Giovanni Legnini, vice presidente del consiglio superiore della magistratura.
L’evento è stato anche accreditato presso l’ordine degli avvocati del tribunale di Lanciano e permetterà ai partecipanti di conseguire dei crediti formativi.