Slitta a gennaio la sentenza del Consiglio di Stato. Per il dragaggio del porto di Ortona ancora attese e polemiche.
Differita a gennaio 2018 la data della decisione del Consiglio di Stato sull’assegnazione dell’appalto del dragaggio del porto di Ortona. Il ricorso al Consiglio di Stato riguarda la sentenza del Tar Abruzzo che aveva disposto l’aggiudicazione dei lavori di dragaggio in favore della ditta risultata seconda nella gara di appalto. I giudici amministrativi nell’udienza del 27 luglio scorso hanno infatti ritenuto opportuno nominare una nuova “verificazione” dopo quella disposta nell’udienza del 19 gennaio 2017 ed eseguita dal professore Gabriele Scarascia Mugnozza e che evidentemente non ha dissipato i dubbi di natura tecnica-specialistico dei giudici che sottolineano l’opportunità della nuova verifica «al fine di assicurare una più puntuale applicazione del principio del contraddittorio». Alla nuova verificazione provvederà il Direttore del Dipartimento di Scienze geologiche dell’Università di Roma Tre e dovrà essere effettuata entro il 25 ottobre.
«Conosciuta la decisione del Consiglio di Stato abbiamo contattato subito la Regione – dichiara il sindaco Leo Castiglione – e il suo referente in materia, il consigliere Camillo D’Alessandro per ragionare, insieme agli uffici competenti, sulle azioni da prendere immediatamente per tutelare la primaria necessità del nostro scalo portuale, ovvero quella di effettuare le opere di dragaggio. Il nostro unico obiettivo è quello di non perdere i 9 milioni di finanziamento».
FORZA ITALIA: SI E’ PRESA LA VIA SBAGLIATA- “A causa della testardaggine e della chiusura da parte del centrosinistra si è perso inutilmente del tempo per arrivare al dragaggio del Porto di Ortona. La strada per la realizzazione dei desiderati lavori trova un ulteriore ostacolo che allunga un iter interminabile e ciò lo si deve esclusivamente ai “capricci” di chi non ha voluto sentire le nostre ragioni”, hanno commentato Mauro Febbo e Tommaso Cieri, esponenti regionale e locale di Forza Italia che da sempre sono interessati alla problematica. “Ricordiamo bene – proseguono Febbo e Cieri – come siamo stati apostrofati e cosa ci sia stato risposto dagli esponenti del centrosinistra locale e dall’ex sottosegretario della Giunta Regionale quando li avevamo invitati a rivedere il progetto al fine di prevedere anche lo smaltimento dei fanghi. Guarda caso è proprio su questo tema che il Consiglio di Stato deve ancora esprimersi per poi poter affidare i lavori ad una ditta piuttosto che all’altra. Paghiamo la decisione degli “esperti” in materia di pubblicare il bando prima che si esprimesse il Comitato VIA emanando le prescrizioni. Ed ora siamo a chiederci chi sia davvero a non aver a cuore la Città di Ortona ed il suo sviluppo. Il Consiglio di Stato dovrà decidere se affidare i lavori alla società Dragaggi, che in sede di gara aveva proposto di smaltire i fanghi in una vasca di colmata da realizzarsi oppure alla società Nuova Codemar srl, cioè quella che aveva proposto di smaltire i fanghi inquinati posizionandoli sulla banchina nord del porto di Ortona con un cumulo che in altezza supererebbe i 14 metri. In entrambi i casi, realizzazione della vasca di colmata o smaltimento dei fanghi, si dovrebbe far fronte con una importante fetta dei 9 milioni di euro che quindi diventerebbero insufficienti per far fronte a tutte le operazioni. Adesso ci auguriamo – concludono Febbo e Cieri – che i colpevoli di questa situazione, una volta arrivata la sentenza del Consiglio di Stato, si facciano trovare pronti con ulteriori e necessari fondi al fine di assicurare l’atteso dragaggio e recuperare il tempo che hanno fatto perdere alla Città di Ortona e alla nostra regione”.