Primo Maggio, sindacati a Penne: “L’Abruzzo si cura con il lavoro”

In occasione del Primo Maggio, Cgil, Cisl e Uil Abruzzo hanno scelto Penne come luogo simbolico per celebrare la Festa del Lavoro: i segretari Carmine Ranieri, Leo Malandra e Michele Lombardo stamani hanno presidiato l’ingresso dello stabilimento Brioni “per il lavoro e contro le crisi industriali”.

Lo slogan della giornata del Primo Maggio è “L’Italia Si Cura con il lavoro”. In una “fase difficile della vita del Paese, in cui c’è bisogno di ripartire”, Cgil, Cisl, Uil ribadiscono unitariamente “il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese ed affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia”.

“Dall’inizio dell’emergenza sanitaria – dicono i tre segretari – sono stati persi 900.000 posti di lavoro nonostante il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali Covid, interi settori e filiere sono stati messi in ginocchio: turismo, servizi, cultura, spettacolo. E a perdere il lavoro sono stati principalmente i lavoratori precari, donne e giovani. E allora la ripartenza del Paese può arrivare solo dalla ripartenza del lavoro”.

“La ripartenza reale può avvenire solo con una spedita campagna vaccinale. E in questo momento – aggiungono i sindacalisti – vaccinazioni vogliono dire anche occupazione, lavoro, diritti e dignità. Per fare ciò è necessario difendere il lavoro nelle aziende in crisi, come la Brioni, che è solo l’ultima delle tante vertenze aperte occupazionali aperte. E’ necessario prorogare il blocco dei licenziamenti e degli ammortizzatori sociali Covid fino al termine della pandemia ed aiutare la aziende in crisi per un loro rilancio. Bisognerà attivare immediatamente e concretamente – concludono Ranieri, Malandra e Lombardo – gli investimenti previsti nel Recovery Fund per creare nuova occupazione”.

“Sono stati presentati 320 esuberi in un’azienda di circa 1000 lavoratori e che da alcuni anni ha un decremento di manodopera”, ha dichiarato Umberto Coccia della Cisl Abruzzo-Molise. “L’azienda è disponibile a un confronto tecnico, per cui nei prossimi giorni si aprirà un tavolo tecnico, forse anche più tavoli tecnici, per cercare di rendere più lieve l’impatto di questa decisione. Noi stiamo lavorando anche sul prolungamento della cassa covid che termina a giugno, anche per avere più tempo e appunto per fare in modo di salvaguardare posti di lavoro. Questo è un giacimento importante dal punto di vista professionale e occupazionale; qui ci sono professionalità di altissimo livello e sono sempre stati realizzati abiti di altissima moda e di altissimo valore. Ora l’azienda ci annuncia il 30% di fatturato in meno e quindi propone un piano aziendale di rilancio su abiti più sportivi e su accessori. Noi ci auguriamo che questo rilancio con un nuovo piano industriale possa avere effetti positivi.”
“In questo primo maggio c’è davvero poco da festeggiare con 900 mila posti di lavoro persi dall’inizio della pandemia, soprattutto posti di lavoro che riguardano giovani, donne e lavoratori precari”, ha aggiunto Carmine Ranieri, segretario regionale della Cgil Abruzzo – Molise.

“Lo slogan di questo primo maggio è che l’Italia si cura con il lavoro, nel senso che l’Italia e l’Abruzzo ripartono soltanto se riparte il lavoro. Questo significa da una parte difendere il lavoro dalle crisi industriali, e la Brioni è soltanto l’ultima di una lunga serie di crisi industriali che riguardano il territorio abruzzese, e dall’altro lato creare nuova occupazione. Bisogna dunque fare in modo che l’Abruzzo faccia atterrare subito le risorse delle recovery fund e della programmazione regionale ordinaria.”
“Il piano deve prevedere nuovi mercati e nuovi prodotti e anche una capacità produttiva di questo stabilimento che aumenti e non che si abbassi, perché altrimenti diventa la logica del carciofo che si sfoglia e quindi oggi abbiamo 320 esuberi e domani ne avremo altri”, ha aggiunto Michele Lombardo, segretario regionale della Uil Abruzzo. “Non a caso oggi abbiamo scelto come primo maggio questa vertenza simbolo di un mercato del lavoro che soffre. Nel 2020 abbiamo perso circa 11 mila posti di lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali per covid. Siamo ormai abbondantemente sotto i 500 mila occupati in Abruzzo, dato che non si registrava dalla crisi internazionale del 2009.”

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.