Sono ben 59 le parti civili ammesse dal Gup Domenico Canosa nel processo alla Ruzzo a Teramo per il mancato funzionamento dei depuratori.
I sei imputati sono stati tutti rinviati a Giudizio: l’ex presidente della Ruzzo Reti Giacomo Di Pietro e altre cinque persone che all’epoca rivestivano ruoli dirigenziali, soprattutto nell’area tecnica, all’interno del Ruzzo e della controllata Spt: Gian Mario Fabbi, Domenico Giambuzzi, Enrico Maria Giuseppe Bisanzio, Alfonso Cuccodrillo, Domenico De Flavis. Nel corso del processo, che si aprirà il 5 aprile 2016, i sei dovranno rispondere, a vario titolo e in base alle diverse posizioni, di reati che vanno dall’epidemia colposa al disastro ambientale fino alle lesioni.
Parti civili – Esclusa solo la “Lega per l’abolizione della caccia” tra le 60 richieste di privati cittadini, associazioni di albergatori ed ambientalisti. Il procedimento riguarda il mancato funzionamento dei depuratori in provincia di Teramo, che cinque anni fa è partito per iniziativa del Pm Laura Colica, e che oggi è giunto alla fase di udienza preliminare davanti al Gup Domenico Canosa (nella foto).
Gli imputati sono chiamati a rispondere sul malfunzionamento o il totale inutilizzo dei depuratori di Villa Rosa, Alba Adriatica, Sant’Omero, Sant’Egidio, Nereto e Corropoli. Vi furono decine di denunce di persone che durante le vacanze estiva al mare di Alba Adriatica furono colpite da gastroenterite.
Al Tg8 le dichiarazioni del legale del WWF Tommaso Navarra prima dell’udienza: