Dopo la citazione in Corte dei Conti per le consulenze della Provincia di Pescara, ci scrive il dirigente Tommaso Di Rino, spiegando il suo ruolo nella vicenda
Dal dott. Di Rino, oggi dirigente della Regione Abruzzo, riceviamo e pubblichiamo una nota nella quale spiega il suo coinvolgimento nel caso delle consulenze affidate dalla Provincia di Pescara.
“Attuo progetti a valere su fondi comunitari da oltre 15 anni, la mia opera ha puntualmente ricevuto l’approvazione di innumerevoli e specifici controlli di ispettori della Commissione Europea. Confido di riuscire a dimostrare l’assoluta infondatezza delle tesi della procura contabile. Nel caso specifico, mi trovo con mia grande sorpresa destinatario, sia pure non esclusivo, di un atto di citazione davanti a giudice contabile con udienza fissata per la metà di giugno, in relazione a contratti di consulenza altamente specialistica da me sottoscritti quale dirigente del Dipartimento Persona e Impresa della Provincia di Pescara nel 2009 per consentire da parte dell’Ente la corretta e tempestiva esecuzione delle attività legate al Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo 2007/2013. Come ho avuto modo di argomentare con ampiezza anche documentale nella memoria già depositata, contrariamente a quanto affermato dalla procura (della Corte dei Conti, ndr) , ho proceduto alla conclusione di quei contratti a seguito di un formale interpello interno volto a verificare la sussistenza di adeguate professionalità per lo svolgimento di compiti connotati da caratteri di straordinarietà rispetto alle attività istituzionali ed ordinarie della Provincia, nonché da tempi di realizzazione ristrettissimi, con il rischio di ricadute pesanti sull’erario in caso di mancata puntualità realizzativa. Ma ciò che è decisivo è che lo stesso Consiglio Provinciale con delibera n. 151 del 29/12/2009 aveva concordato sulla necessità di reperire all’esterno esattamente quelle figure professionali. Agivo dunque sulla base di un preciso mandato politico e di uno stanziamento puntuale di risorse di provenienza comunitaria finalizzate alla migliore attuazione del programma. Inoltre, gli esperti sono stati scelti a seguito di una procedura selettiva pubblica basata su titoli e colloquio e, ciò che più rileva, la Provincia ha positivamente portato a termine il suo compito, con il completo raggiungimento dei risultati avuti di mira. La circostanza che lo stesso consiglio provinciale aveva stanziato apposte risorse di provenienza comunitarie per questi ultime finalità e che constatava proprie carenze di organico per le stesse attività istituzionali ed ordinarie dimostra in modo lapalissiano la parzialità della ricostruzione della procura. “I nostri soldi” sono pertanto stati utilizzati correttamente e con l’ottenimento di risultati positivi per il territorio, come auspico di potere dimostrare in un contraddittorio corretto nelle opportune sedi.