Rapporto DIA, in Abruzzo i tentacoli della Camorra

La Camorra c’è sul territorio regionale. Lo rivela il semestrale rapporto DIA: in Abruzzo non c’è invece una presenza consolidata delle altre principali organizzazioni, Cosa Nostra, clan pugliesi e ‘Ndrangheta.

 

 

Alla Camorra in Abruzzo è invece dedicato un intero paragrafo, a pagine 130 e 131 del rapporto semestrale sulla criminalità organizzata.

In Abruzzo, scrive la DIA, agiscono personaggi legati a più sodalizi, i Cozzolino, i Casalesi e gli Amato-Pagano in particolare. Sono interessati ad investimenti di capitali illeciti nel settore turistico-alberghiero, nell’acquisto di immobili, in attività commerciali, in traffici di stupefacenti.

Nel rapporto si fa cenno alle più recenti operazioni che attestano come gli esponenti della famiglia Cozzolino (in conflitto con il più ampio clan Vollaro che li ha espulsi) si sono trasferiti in provincia di Chieti, dando vita, con pregiudicati locali, a traffici di droga assai fiorenti, utilizzando le stesse metodologie delle zone di provenienza.

Permangono, nello specifico, i problemi legati alla ricostruzione de L’Aquila, sottolinea la DIA, che fa riferimento alla operazione Dirty Job del 25 giugno 2014.  In particolare la criminalità camorristica è attratta dai finanziamenti pubblici nel settore della ricostruzione privata, in cui sono più complessi i controlli finalizzati ad evitare infiltrazioni.

La Regione, segnala infine la DIA, è stata al centro di indagini su traffici illeciti di rifiuti nei quali sono stati coinvolti imprenditori senza scrupoli, che potrebbero rappresentare un’efficace “testa di ponte” per i gruppi camorristici. A questo proposito è citata l’inchiesta per l’interramento illecito di macerie del sisma sotto la pista dell’aeroporto di Preturo.

A Montesilvano, proprio nelle ultime ore, un appalto sarebbe stato revocato proprio per infiltrazioni camorristiche segnalate dalla DIA.

 

Il servizio del Tg8:

 

Reazioni, Pezzopane: “Altre misure contro infiltrazioni ricostruzione privata”

“La relazione riguarda il secondo semestre del 2014,  sottoposto quindi alla vecchia normativa” commenta in una nota la senatrice Pd Stefania Pezzopane.  Nel decreto enti locali abbiamo inserito nuove ed efficaci norme antimafia. Sul punto, molto è stato fatto con questo provvedimento, ma molto ancora si può e si deve fare, a partire dall’introduzione delle white list, degli albi reputazionali e delle minigare.  E’ necessario, vista l’entità della ricostruzione post terremoto nella nostra Regione, inserire ulteriori controlli e regole nel settore privato, così come avevo proposto con il mio pacchetto degli emendamenti”

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.