Censure e omissioni di atti e documenti hanno caratterizzato oltre due anni di amministrazione D’Alfonso: lo denunciano il presidente della commissione di vigilanza, Mauro Febbo, e il capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri.
Per Febbo e Sospiri sarebbe pertanto inattesa la promessa di trasformare la Regione Abruzzo in una casa di vetro, in nome di una trasparenza promessa che in realtà sarebbe solo un miraggio.
“E’ bene ricordare che questo atteggiamento reiterato dagli uffici della giunta e non solo, lede i dettami dello statuto regionale che all’art.30 recita chiaramente: ogni singolo consigliere regionale può accedere alla documentazione dopo regolare richiesta di accesso agli atti. Questo vale assume un valore maggiore se la richiesta viene presentata dal presidente della commissione di vigilanza”, si legge in una nota diffusa a mezzo stampa da Febbo e Sospiri.
Tra gli esempi citati ci sarebbe anche la richiesta di ricevere il verbale di una riunione, tenutasi il 20 maggio scorso, avente a oggetto il project financing per il nuovo ospedale di Chieti.
“Documentazione che era stata chiesta con una prima nota del 23 maggio e poi sollecitata per ben due volte con medesime comunicazioni del 23 giugno e del 5 luglio. Dopo il terzo tentativo e ben 42 giorni il 12 luglio è arrivata una risposta quanto meno singolare da parte del direttore generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis, che anticipa come il verbale, redatto in formato procedimentale, sarà consegnato personalmente addirittura dal presidente D’Alfonso nel corso di una seduta della commissione di vigilanza appositamente convocata”.
Febbo e Sospiri rimarcano la gravità del comportamento della Geradis che, si legge nella nota, “dovrebbe ricordarsi di non essere una militante del Pd e/o accanita sostenitrice di Renzi o D’Alfonso, ma è una funzionaria della Regione, tra l’altro super pagata, e per questo dovrebbe imparare a rispettare e far rispettare Codici, Statuto, Regolamenti e soprattutto avere massimo rispetto per le Istituzioni anche in virtù della sua esperienza all’avvocatura di Stato. Per quanto riguarda D’Alfonso poi, se in precedenza si era limitato a definire il consiglio regionale come una ‘cloaca’, oggi ha superato tutti i limiti e la decenza. La pretesa di essere audito in commissione di vigilanza per consegnare la documentazione sull’ospedale di Chieti è assolutamente illegittima e arbitraria; se vuole essere audito basta farne richiesta (importante che i suoi consiglieri del PD poi non si lamentino per il numero eccessivo di sedute, forse non sono abituati a lavorare) ma il presidente della giunta ha a disposizione l’aula per fare relazioni e/o rilasciare dichiarazioni. Forse non vuole farci capire e darci l’esito di quella riunione prima della seduta straordinaria in programma il 20 luglio. Il comportamento di D’Alfonso nasconde un certo nervosismo probabilmente dovuto al fatto che le sue chiacchiere e le sue promesse, dopo oltre due anni di governo regionale, si stanno pian piano sgretolando: un esempio lampante è rappresentato dai dati sull’occupazione che certificano come in Abruzzo nel primo trimestre 2016 si siano persi quasi 13 mila posti di lavoro. Un trend purtroppo negativo che mina pesantemente la promessa dalfonsiana di creare 100 mila posti di lavoro, che ha ridotto a 60 mila in occasione della “Fonderia” a Civitella del Tronto. Così come è preoccupato del fatto che (forse) tra 15 giorni il Cipe ci dirà quanti fondi veri e reali verranno assegnati alla Regione e sarà l’occasione per capire l’entità delle sue capacità progettuali. Quindi non era vero che 1,5 miliardi erano già approvati e disponili, come ho sempre sostenuto da mesi”.
I consiglieri di Forza Italia ricordano inoltre che “intanto siamo ancora in attesa di poter visionare il bilancio al 31 dicembre 2015 di Tua (Trasporto Unico Abruzzese) che doveva essere presentato nel corso del grande appuntamento organizzato il 6 luglio scorso. Oltretutto vorremmo poter leggere i documenti allegati e soprattutto la relazione dei revisori dei conti. Anche in questo caso sono già due le richieste avanzate al presidente di Tua, D’Amico (il 7 e il 12 luglio). Gli episodi di censura però sono davvero tanti: si va dalla documentazione relativa alla nomina del direttore amministrativo della Asl di Chieti, più volte sollecitata e arrivata solo dopo la minaccia di coinvolgere le forze dell’ordine passando, sempre a proposito di sanità, alla delibera che fissava i criteri del procedimento amministrativo finalizzato alla costruzione del nuovo ospedale di Chieti, tenuta segreta per molto tempo”.