Ricostruzione L’Aquila, misure cautelari e sequestri

cardella procuratore

Nuovi sviluppi nelle inchieste per la ricostruzione a L’Aquila. Misure cautelari e sequestri eseguiti dai Carabinieri. Ai domiciliari l’ex assessore Pierluigi Tancredi

Da questa mattina, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente in collaborazione con il Raggruppamento Operativo Speciale ed il Comando Provinciale Carabinieri de L’Aquila, stanno eseguendo una serie di misure cautelari e di sequestri a carico di imprenditori ed ex amministratori locali nell’ambito degli appalti per la ricostruzione post sisma nel capoluogo abruzzese. L’operazione di Carabinieri sugli appalti del post sisma all’Aquila è stata condotta al termine di una articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, Procuratore Capo Fausto Cardella (nella foto) e dottoressa Antonietta Picardi.

Nel mirino degli inquirenti una serie di vicende di corruzione legate alla ricostruzione post terremoto dell’Aquila, in particolar modo i lavori di puntellamento affidati dopo l’ottenimento di presunte tangenti. Nella vicenda vi sarebbero stati ricatti ed estorsioni.  Tra i 5 destinatari della misura dei domiciliari c’e’ anche Pierluigi Tancredi, ex assessore comunale, in passato coinvolto nell’inchiesta “Do ut des”, sui puntellamenti, ora nella fase dell’udienza preliminare. Nell’inchiesta si fa riferimento a 12mila euro di consulenza per una società di incontri gestita dalla moglie di Tancredi, il quale avrebbe ottenuto dalle ditte coinvolte anche un contratto per “servizi” da 150 mila euro. Il tutto a fronte delle agevolazioni ottenute dalle ditte per gli interventi d’urgenza e i puntellamenti in città (Tancredi era consigliere delegato del Comune). Gli imprenditori finiti ai domiciliari con Tancredi sono Mauro Pellegrini, Giancarlo Di Persio, Andrea e Maurizio Polisini.

Turbativa d’asta è una delle numerose accuse contestate agli indagati nell’ambito dell’ operazione dei carabinieri che ruota intorno agli appalti per la ricostruzione post terremoto dell’Aquila. All’operazione stanno partecipando oltre 80 carabinieri che stanno operando anche nel litorale laziale: a tale proposito, uno degli indagati è stato bloccato all’isola di Ponza (Latina).

L’indagine ‘Do Ut Des’ fa riferimento al periodo compreso tra il 2009 e il 2012 ma e’ partita solo due anni e mezzo fa in seguito a una causa civile tra le due ditte che si occupavano di puntellamenti, una delle quali secondo l’accusa favorita dallo stesso Tancredi. Perquisizioni sono in corso a San Demetrio ne’ Vestini (L’Aquila) presso l’abitazione di un imprenditore di Teramo e all’Aquila nella sede della sua società edile.

Le indagini: il silenzio con i PM

“Potevo dire tante cose alla magistratura e non le ho dette, per questo ti chiedo un aiuto economico”. Questa, in sintesi, una delle richieste di denaro fatte da una delle figure di spicco dell’indagine, l’ex consigliere comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi, arrestato e posto ai domiciliari, svelate dal sostituto procuratore Antonietta Picardi nell’ambito della nuova inchiesta sulla ricostruzione dell’Aquila, denominata ‘Redde rationem’ e collegata a quella ‘Do ut des’ del gennaio 2014. “All’epoca dei puntellamenti aquilani ci fu un pactum sceleris tra imprenditori e quello che all’epoca era un rappresentante politico. Attualmente chiede pagamento per il suo silenzio con la magistratura”, ha detto il pm in riferimento a Tancredi del quale non pronuncia il nome definendolo ex politico. Il pm ha spiegato che “se avesse rivestito ancora un incarico pubblico sarebbe stata concussione, ora si configura invece la tentata estorsione”. Tancredi dopo essere stato eletto dopo il sisma fu nominato consigliere delegato per la ricostruzione beni culturali, poi dimessosi dall’incarico in seguito alle polemiche, e successivamente anche da consigliere comunale. Picardi ha ricordato la parabola del Vangelo di Luca dove si “chiede conto” appunto a un amministratore infedele per spiegare l’origine del nome dell’indagine.

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.