Da qualche giorno in via Roma, al civico 114, ha preso il via a L’Aquila il primo studio sperimentale per l’analisi delle emissioni nei cantieri edili.
Uno studio eseguito nel contesto della demolizione di un aggregato del centro storico, quale situazione ottimale per la valutazione dei rischi per la salute e per l’ambiente che sta offrendo l’opportunità di analizzare l’esigenza di protezione di tutti i recettori sensibili presenti sul territorio.
A spiegare come si sta conducendo lo studio è la ricercatrice Marianna Rotilio. Il responsabile della ricerca è il professor De Berardinis e sono coinvolti anche i professori Ferri e Stornelli con alcuni tesisti, grazie ad alcune borse di studio messe a disposizione dall’Ance.
I docenti coinvolti sono afferenti al Dipartimento di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale e al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione e Economia.
La ricerca avviata ha origine dalla consapevolezza dello stretto rapporto tra emissioni di polveri e particolato e attività edile e di cantiere ed ha l’obiettivo di definire le strategie di mitigazione del rischio dovuto alla produzione di micro-polveri ma ha l’intenzione di offrire anche un esempio di buona pratica alle realtà analoghe.
All’Aquila, grazie alle nuove tecnologie elettroniche, ai sensori e ad attente linee guida in fase di esecuzione dei lavori, si possono monitorare, a basso costo, le polveri generate in cantiere con evidenti vantaggi sulla valutazione dei rischi per la salute dei lavoratori presenti così come dell’intera popolazione.
Nell’edificio in via Roma, in pratica, sono stati montati dei sensori che rilevano i comportamenti durante la demolizione dell’edificio fornendo importanti risultati per la ricerca stessa.