I familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano hanno incontrato la funzionaria della prefettura che avrebbe snobbato l’allarme lanciato da Marcella a seguito della valanga che travolse la struttura alberghiera.
Un incontro fugace, in Prefettura a Pescara, tra i familiari delle vittime e la “centralinista” che però è andata via quasi subito. Nella ormai tristemente nota telefonata del ristoratore di Silvi e datore di lavoro di uno dei superstiti, Quintino Marcella alla sala operativa della Prefettura, uno dei passaggi che ha creato più scalpore é quello relativo al colloquio con una funzionaria nel quale la donna avrebbe sminuito l’allarme pronunciando la famosa frase “la mamma degli imbecilli é sempre incinta”. Nessuna rivalsa o richiesta di scuse, hanno spiegato all’uscita, ma solo il desiderio di vederla in faccia con il pensiero ossessivo a quello che sarebbe potuto accadere se i soccorsi fossero partiti prima. Tra questi anche Giampaolo Matrone, il panettiere di Monterotondo, nella doppia veste di superstite e parente di una vittima, avendo perso sotto quelle macerie la giovane moglie Valentina:
“Le ho chiesto se mi allacciava le scarpe e lei, guardandomi il braccio, ha fatto una smorfia e non mi ha risposto – così Matrone all’uscita dalla Prefettura – anzi ha preso ed é andata via. Non si trattava di avere delle scuse da parte sua, avremmo voluto solo un confronto sereno, ma l’unica cosa che siamo riusciti ad ottenere un veloce colloquio con il vice prefetto sul corridoio.”
Giampaolo Matrone che sta vivendo un secondo dramma, il braccio é ormai compromesso, ha un’invalidità al 100%, ma per lo Stato é guarito e non ha diritto alla fisioterapia:
“Ecco la situazione in cui mi trovo – dice ancora Matrone al Tg8 – Valentina, il mio braccio, la serenità di mia figlia rimasta senza la madre, non potrà mai nessuno restituirmeli, ma quello che non riesco ad accettare é che per colpa dell’approssimazione e dell’incapacità, e non della valanga o del terremoto, 29 persone sono morte ed io resterò invalido per sempre.”
Presente in Prefettura anche Gianluca Tanda, portavoce del Comitato familiari vittime di Rigopiano:
“In tutto questo tempo non abbiamo mai inscenato manifestazioni di protesta, ma solo di commemorazione per i nostri cari, capiamo che il lavoro della Procura é complicati ed ha bisogno dei suoi tempi, ma anche noi meritiamo le giuste risposte e soprattutto che no scenda su questa tragedia il velo della dimenticanza.”
Intanto Wania Dell Vigna, legale di Silvia Angelozzi di Atri che sotto le macerie ha perso la sorella ed il cognato, sottolinea il grande lavoro della Procura:
“Il Pm Andrea Papalia sta facendo un lavoro sovrumano facendo anche gli straordinari, bisogna lasciarlo tranquillo – ha detto la Della Vigna – da parte nostra cerchiamo di dare il nostro contributo con un’attività investigativa che può essere di supporto. Avremo preso la verità ma bisogna avere pazienza.”
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