Inchiesta Rigopiano: è il giorno degli interrogatori degli indagati del Comune di Farindola. Sindaco e tecnico chiedono il rinvio interrogatori; oggi in procura a Pescara l’ex primo cittadino De Vico e il geologo Sbaraglia.
Il giorno del dovere e del dolore, per Massimiliano Giancaterino, ex vice sindaco di Farindola che oggi compare e parla davanti al procuratore Massimiliano Serpi e al pm Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Il 18 gennaio scorso l’hotel fu travolto da una valanga, costando la vita a 29 persone, tra le quali il fratello di Massimiliano Giancaterino, Alessandro. Nella veste non facile, oggi, di vittima e indagato, l’ex vice sindaco risponde ai magistrati e chiede di evitare processi mediatici. Proseguono, dunque, gli interrogatori ed oggi sarebbero dovuti comparire Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, ed Enrico Colangeli, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, ma i legali di entrambi gli indagati hanno presentato istanza di differimento degli interrogatori. Il rinvio consentirà agli avvocati Cristiana Valentini, Massimo Manieri e Goffredo Tatozzi di avere a disposizione il tempo necessario per approfondire l’imponente mole documentale. All’uscita dalla procura l’ex sindaco di Farindola Massimiliano Giancaterino, ascoltato per quasi due ore, il quale ha rilasciato alla stampa questa dichiarazione:
” Ho fornito i miei chiarimenti e la mia versione dei fatti, che ritengo esaustiva e sono soddisfatto. Il mio atteggiamento resta sempre di estrema tranquillità, in attesa che la magistratura inquirente compia le sue determinazioni, io ho fornito la mia versione dei fatti che spero possa convincere i magistrati della mia estraneità rispetto a quanto mi viene contestato. Non ho prodotto documentazione aggiuntiva e ho risposto con tranquillità e sincerità alle domande, per quello che posso ricordare e che so. Sono a posto con la mia coscienza, altrimenti non me lo perdonerei mai, visto che a Rigopiano ho perso mio fratello e un sacco di amici, oltre a tante altre persone che conoscevo. Poi c’è la magistratura che svolge il proprio compito e che arriverà a definire, in tempi spero non biblici, le responsabilità penali personali”. Giancaterino è indagato in relazione alla mancata adozione del nuovo piano regolatore generale del Comune di Farindola e alla mancata convocazione della commissione valanghe, riunitasi l’ultima volta nel 2005. Sul merito delle contestazioni, Giancaterino spiega di non potere esprimersi “per via del segreto istruttorio”.
Nel pomeriggio è stata la volta del tecnico geologo Luciano Sbaraglia. Lacchetta, Colangeli, Giancaterino e Sbaraglia i quali sono indagati per omicidio colposo, lesioni plurime colpose e crollo colposo, insieme all’ex sindaco Antonio De Vico che sarà interrogato il 19 dicembre, in relazione all’attività omissiva, legata alla mancata adozione del nuovo piano regolatore generale del Comune di Farindola. Secondo l’accusa, se il piano fosse stato approvato, avrebbe impedito l’edificazione del nuovo hotel e quindi il verificarsi del disastro.
A Lacchetta e Colangeli, già ascoltati nelle prime fasi dell’inchiesta, viene inoltre contestato il fatto che il 15 gennaio scorso, sulla base delle previsioni meteo, il Comune dispose la chiusura delle scuole, ma i due non si attivarono per sgomberare l’albergo e anzi fu consentito che, nonostante l’allarme, altre persone salissero a Rigopiano.
Colangeli, infine, è indagato anche per abuso e falso ideologico, insieme a Marco Paolo Del Rosso, l’imprenditore che chiese l’autorizzazione a costruire il resort, e Antonio Sorgi, direttore della Direzione parchi territorio ambiente della Regione Abruzzo, in riferimento al permesso rilasciato nel 2006 per la ristrutturazione del complesso alberghiero, quando l’area era soggetta a vincolo idrogeologico.