Il trasferimento di Giuseppe Salvatore Riina a Vasto genera qualche preoccupazione, ma c’è piena fiducia nelle strutture del carcere.
E’ arrivato ieri a Vasto Giuseppe Salvatore Riina, 40 anni, figlio terzogenito del capo di cosa nostra deceduto nei giorni scorsi. Deve trascorrere un anno nella Casa Lavoro del carcere di Vasto avendo violato a Padova le misure della libertà vigilata dandosi a vorticosi festini.
Ad esprimere perplessità per questa sgradita presenza a Vasto Stefano Moretti, portavoce dell’osservatorio antimafia. ” Più volte -ricorda- abbiamo avuto aggressioni della criminalità organizzata. Ci sono state confische di beni, l’ultima delle quali, nei giorni scorsi, ha visto l’applicazione del codice antimafia. Ho forti dubbi – comunque aggiunge- che il figlio di Riina possa avere l’influenza del capo dei capi e dobbiamo tener conto che la nostra è una struttura di recupero. Dunque, se da un lato ci dobbiamo preoccupare, dall’altro dobbiamo lasciare a queste persone lo spiraglio di una vita diversa».
Il sindaco di Vasto Francesco Menna ribadisce la professionalità ed il coraggio degli organismi dello Stato nell’affrontare la criminalità e i tentativi di infiltrazione “Si confida nell’opera gigantesca della magistratura delle forze dell’ordine, della polizia penitenziaria e della direttrice della casa lavoro, tra le più sicure che si annoverano. Vasto condanna in modo rigoroso e perentorio la mafia, le mafie, i soggetti collegati alle organizzazioni criminali e i loro metodi, contro i quali sempre combatteremo con forza per reprimerli e senza mai temere nessuno. Non è un caso che con molto coraggio sono state portate a termine le confische di beni appartenenti alla criminalità organizzata di cui qualche giorno fa ho chiesto l’acquisizione al patrimonio comunale”. Questo il commento del sindaco di Vasto, Francesco Menna in merito all’arrivo nella casa circondariale, sezione casa lavoro, di Vasto di Giuseppe Salvatore Riina.
La sindaca di San Salvo Tiziana Magnacca si dice “Non favorevole al trasferimento a Vasto. Il passato insegna. Ma del resto proprio presenze così delicate nel territorio sono un motivo in più per mantenere in vita la Procura e il tribunale.
Per l’opposizione di centrodestra Davide D’Alessandro sottolinea che “il senso di insicurezza che provano i cittadini ha toccato vertici elevati. A nulla servono le tiepide parole rassicuranti del sindaco e della maggioranza, che continuanoa incolparci di terrorismo psicologico. Siamo parte di un territorio abbandonato dalla politica. Estrema periferia della periferia d’Abruzzo. I cittadini chiedono dispiegamento di forze, non parole, per ritrovare almeno un po’della sicurezza perduta».