Per il processo Sanitopoli la Cassazione ha confermato le induzioni dei tre principali imputati su Angelini e disposto la rideterminazione in Corte d’Appello del trattamento sanzionatorio a carico di Del Turco, Quarta e Cesarone in relazione alla specifica condanna di associazione a delinquere.
Occorrerà dunque un nuovo processo in Corte d’Appello a Perugia per determinare le pene per associazione a delinquere (comunque ritenuta sussistente) a carico dell’ex governatore dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco e alcuni degli altri imputati nel processo per la ‘Sanitopoli’ abruzzese. Lo ha deciso la Cassazione nella sentenza resa nota nella notte, che ha confermato totalmente anche il merito delle condanne per gli episodi di induzione degli imputati a danno di Vincenzo Angelini. La pena per Del Turco, in appello, venne diminuita da 9 anni e 6 mesi a 4 anni e 2 mesi. Le motivazioni della Corte d’Appello dell’Aquila, relative al reato associativo, vanno, in altri termini, approfondite in un appello-bis. Analogamente, la condanna per associazione a delinquere è stata annullata con rinvio per la rideterminazione della pena anche nei confronti di Camillo Cesarone e Lamberto Quarta.
In sostanza la Cassazione, nel disporre il rinvio ai fini della sola rideterminazione della pena, ha confermato il merito delle imputazioni relative alle pressioni sull’imprenditore della sanità, Vincenzo Angelini per ottenere denaro, ma soprattutto ha messo la parola fine sui dubbi riguardanti l’attendibilità del grande accusatore, ex patron di Villa Pini, ritenuto credibile anche dai giudici della Corte Suprema, che hanno accolto le tesi del Procuratore Generale Aldo Policastro.
E’ stato dichiarato inammissibile il ricorso di Pierluigi Cosenza contro la prescrizione. Sono state inoltre annullate senza rinvio alcune delle imputazioni per Antonio Boschetti, Bernardo Mazzocca e Luigi Conga per via della prescrizione. Invece, in relazione ad altri specifici capi di imputazione, anche le posizioni di Conga e Mazzocca dovranno essere rivalutate dalla Corte di Appello di Perugia al fine della rideterminazione delle pene. Sono state annullate le condanne al risarcimento delle parti civili a carico di Sabatino Aracu, ed è stato rigettato il ricorso di Angelo Bucciarelli.
LE REAZIONI – Mentre Del Turco reagisce alla sentenza definitiva continuando a parlare di “una montagna di fango”, sono soddisfatti i magistrati della Procura di Pescara che svolsero l’inchiesta: “La Cassazione infatti ha confermato definitivamente il reato di corruzione, che era il cuore dell’inchiesta: il passaggio di denaro c’è stato, e questo conferma la correttezza del processo”, ha dichiarato l’ex procuratore capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, all’epoca capo del pool con i pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli.
E proprio l’ ex PM Giuseppe Bellelli, oggi capo della Procura a Sulmona afferma:
“Sono tangenti. La Cassazione ha stabilito che Ottaviano Del Turco ha preso 850 mila euro di tangenti. E’ una sentenza definitiva. Se va bene a loro sminuire, si accontentino pure”. “Sono pochi 850 mila euro? Contenti loro. Certo è che la Cassazione ha mantenuto il reato più grave, quindi la sentenza è definitiva e Del Turco è colpevole. La vera vittima – conclude Bellelli – è il cittadino abruzzese che fa la fila negli ospedali”. Ma è sempre l’ex capo del pool Trifuoggi che rincara la dose e che spiega come “da questa sentenza emerge la verità di fatti gravissimi e definitivi. Non se ne parli più. Sono tangenti. Ora il processo proseguirà a Perugia in maniera evidente perché se hai preso quattro anni per cinque reati e te ne cade uno quella pena va ricalcolata. Ma vorrei dire una cosa all’avvocato Caiazza, il difensore di Del Turco. La verità dei fatti non è più in discussione, e con quell’inchiesta abbiamo impedito ad un sistema criminale di proseguire il suo lavoro. Si adegui anche lui”.