Sansificio Treglio, Cassazione: emissioni non consentite

Dopo 10 anni la Corte di Cassazione chiude l’inchiesta ed il processo sul sansificio di Treglio, validando l’impianto della Procura di Lanciano. “Emissioni non consentite”, esulta Nuovo Senso Civico.

Tutto è cominciato ormai 10 anni fa con una manifestazione che vide la partecipazione di mille persone.
L’ultimo atto tre giorni fa: il 31 luglio 2020 la Corte di Cassazione, nel terzo e definitivo grado di giudizio, ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalla famiglia Vecere, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di 3.000 euro di ammenda.

È la pietra tombale di una vicenda che, spiega in una nota l’associazione “Nuovo Senso Civico”, si conclude con una vittoria piena e definitiva del diritto alla salute dei cittadini di Treglio e dell’intero comprensorio frentano.

Nella sentenza della Corte di Cassazione è stato sancito il mancato rispetto delle prescrizioni previste dall’autorizzazione, con la produzione di emissioni di monossido di carbonio non consentite dalla legge.

“Treglio può finalmente tornare a respirare senza più timori per il proprio futuro”, esultano gli attivisti di Nuovo Senso Civico, che innescarono l’inchiesta e di qui il processo attraverso diversi esposti alla Procura della Repubblica di Lanciano.

“Ma questa giusta vittoria, sancita dalla legge”, precisa l’associazione “non anima nessun senso di soddisfazione che vada oltre il significato dell’obiettivo raggiunto. La sentenza della Cassazione ha solo ribadito l’ineludibilità di un principio fondamentale: il diritto alla salute dei cittadini non può essere soverchiato da interessi di parte che giungano a violare le norme vigenti in materia.
L’augurio è che questa storica sentenza apra la strada ad un rapporto di reciproca collaborazione tra chi difende gratuitamente la salute pubblica e chi fa libera impresa: due concetti importanti e ben definiti all’interno della nostra costituzione che devono poter convivere insieme”, conclude Nuovo Senso Civico, che ricorda i paladini di questa battaglia, l’avvocatessa Lidia Flocco, per aver messo la sua preziosa competenza al servizio della comunità, rinunciando all’onorario ed il presidente dell’associazione Alessandro Lanci.

IL SERVIZIO DEL TG8

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.