Silvia Romano, commento choc di Angelosante. Bufera sul leghista abruzzese

Sul caso di Silvia Romano pubblica sui social un commento choc. Finisce nella bufera il consigliere regionale della Lega Simone Angelosante.

Questo il post dell’esponente abruzzese del Carroccio pubblicato su Facebook

 

Nel dicembre 2019 Angelosante fu autore di un ulteriore post-choc contro il premier Conte sul Mes, («In altri tempi sarebbe stato fucilato alle spalle»).

Inevitabile il coro di reazioni su scala nazionale. Tra i primi Enrico Mentana su Instagram:  “Non è un fesso qualunque, l’autore di questo orrore è stato eletto due volte: a sindaco di Ovindoli e a consigliere regionale in Abruzzo. Per la Lega”.

“L’ho sentita questa mattina su Radio Maria, non sono l’unico a pensarla così”. Si giustifica così il sindaco di Ovindoli Simone Angelosante, nonché consigliere regionale della Lega in Regione Abruzzo, che conferma di aver postato su facebook il meme del Pd con il viso sorridente di Silvia Roma e il suo commento: “Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?. Non mi sembra di aver detto niente di negativo, ho solo riportato un dato storico e oltre tutto non ho fatto nessun nome della ragazza. Ma comunque è una idea che gira sulle radio nazionali”.

Di seguito le reazioni al post di Angelosante:

Luigi D’Eramo, coordinatore abruzzese della Lega: “La Lega prende le distanze in maniera perentoria dalle esternazioni del consigliere regionale Simone Angelosante, pubblicate sui social. Il partito ribadisce con ferma convinzione la propria linea: simili incauti concetti non dovrebbero mai essere pronunciati da nessuno. Mi riservo di valutare la vicenda in maniera più approfondita nelle prossime ore.”

Michele Fina, segretario del Pd Abruzzo: “Sono imbarazzanti ed offensive le parole del Consigliere regionale abruzzese Simone Angelosante. Purtroppo il Consigliere leghista in questione non è nuovo a queste sparate: già ha avuto modo di polemizzare con Roberto Vecchioni imputandogli di aver cantato “Bella ciao” ad un concerto per fare “propaganda politica di basso livello”; poi si è ripetuto con un altro post che definiva il Presidente Conte un traditore e aggiungendo: “In tempo di guerra era punito con la fucilazione alle spalle”. Poi, non contento, aggiunse: “fino a quando il popolo con il populismo non impicca i banchieri…”.
Ora un terzo post, in crescendo di grettezza. Infangando così un territorio e un’Istituzione; o meglio, tutte le Istituzioni e la fascia tricolore che indossa come Sindaco.
Sì perché oggi, riguardo la conversione di Silvia Romano, si pone una miserevole domanda: “Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”. Una provocazione piena di odio, piena di cinismo e bassissima strumentalizzazione. Che viene lanciata con cattiveria.
In un sol colpo Angelosante insulta una ragazza, insulta gli ebrei e la memoria della Shoah, insulta un’intera religione con circa 1,8 miliardi di fedeli (cioè più di un quinto degli esseri umani). Insomma, insulta l’intelligenza di tutti e promuove l’odio, con una provocazione intollerante e pericolosa. Un odio che non possiamo tollerare e che non è parte della cultura e dell’umanità profonda degli italiani. Per la decenza ed il rispetto di tutti noi.”

Nicola Fratoianni, portavoce nazionale di Sinistra Italiana: “Per i campioni della destra italica è normale che questo Paese abbia miliardi di euro di evasione fiscale, cercano di far dimenticare la scomparsa di 49 milioni di soldi pubblici dalle casse di un partito, voltano le spalle davanti a corruzione e malaffare. Poi diventano isterici quando vedono che una ragazza rapita è stata salvata dallo Stato, e addirittura feroci se si è convertita ad un’altra religione. Schifo e vergogna”.

Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Americo Di Benedetto, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani, consiglieri regionali di centrosinistra: “Il post del consigliere leghista Simone Angelosante sulla liberazione di Silvia Romano è una delle cose più basse e meschine che la politica abbia espresso nella storia della nostra repubblica. Non è con l’odio, né con assurdi paragoni che si ottiene consenso e non è con la violenza delle offese, peraltro del tutto ingiustificate, che si fa politica. Il consigliere con le sue pubbliche esternazioni ha danneggiato tutto il Consiglio, dando voce a un livore che non rappresenta la nostra terra, che con la sua storica accoglienza e la sua grande solidarietà è piena di buoni esempi, passati e presenti.
Chieda ufficialmente scusa a Silvia e a tutti coloro che sono rimasti scossi dalle sue affermazioni. La maggioranza di centrodestra e il Presidente del Consiglio Regionale prendano subito le distanze dalle sue dichiarazioni, senza minimizzarle: è arrivato il tempo, per tutti, di riconoscere alla storia il suo valore e far arretrare ideologie che di certo non contribuiscono né alla crescita, né allo sviluppo della nostra società.”

Stefania Pezzopane, deputata Pd: “Lasciate in pace silvia Romano. Dopo 18 mesi di durissima prigionia, accolta da odio. Ma che ne sapete voi di cosa ha subito e vissuto? Ma davvero vi preoccupa il vestito che indossa? O la religione che professa? Ho letto con sconcerto e sgomento il post su Facebook di Simone Angelosante, consigliere leghista alla Regione Abruzzo, il quale, commentando la liberazione di Silvia Romano scrive: ‘avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?’. Trovo talmente allucinante paragonare questa vicenda con il nazismo e il dramma dei campi di sterminio che mi sembra impossibile che un uomo delle istituzioni, peraltro anche sindaco, posso soltanto arrivare a formulare un pensiero del genere.
Le parole del consigliere regionale leghista si aggiungono all’ondata di odio e di veleno che si è riversata contro la giovane cooperante italiana, rapita, privata dei suoi affetti più cari per 18 mesi e sottoposta a prigionia da Al-Shabab. Preferivate che fosse tornata a casa in una bara e non con il sorriso di chi riabbraccia i genitori? In tutto questo mi domando cosa c’entri una scelta religiosa con il nazismo. Evidentemente per il leghista Angelosante è normale fare un accostamento del genere forse perché spera, in un momento di grave crisi economica, che le persone si dimentichino che fine abbiano fatto i 49 milioni di soldi pubblici fatti sparire dal suo partito che in questo momento farebbero particolarmente comodo soprattutto ai più fragili.”

Ettore Rosato, presidente di Italia Viva: “Angelosante è un Consigliere regionale della Lega, non nuovo ad uscite del genere. Chissà se per qualche istante pensa prima di scrivere. Spero proprio di no, sarebbe peggio se ci avesse anche meditato sopra”.

Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia) marsicana: “Riteniamo assolutamente oltraggioso e privo di ogni rispetto fondamentale dei diritti dell’uomo il gravissimo paragone esibito pubblicamente dal Consigliere della Regione Abruzzo, Simone Angelosante, tra la vicenda umana, per la quale siamo obbligati al più assoluto rispetto, della giovane cooperante Silvia Romano, liberata ieri dai suoi rapitori con una giusta e coerente iniziativa dello Stato Italiano, con il genocidio per la sola professione di fede religiosa perpetrato dal nazismo e dal fascismo nei confronti di cittadini europei di fede ebraica. Urge ricordare al Consigliere Angelosante che ben sei milioni di persone, per la loro appartenenza e religione, non hanno avuto la possibilità di tornare nelle loro case e ai loro affetti, dopo la fine della guerra, perché fisicamente sterminate dal fascismo e dal nazismo. Se non si ha coscienza della totale drammaticità di quella Storia, sarebbe bene tacere, soprattutto per uomini che rappresentano le libere istituzioni della Repubblica Italiana, la cui Costituzione è irrevocabilmente democratica ed antifascista. Resta intatto per ciò il nostro umano entusiasmo per la liberazione di Silvia Romano e per la tutela assoluta delle sue libertà personali, ora che è tornata a vivere e vivrà in un paese libero: l’Italia”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.