Sit-in a Chieti : la protesta contro Terna prosegue davanti al portone della Prefettura. I manifestanti chiedono la sospensione dei lavori dell’elettrodotto; Terna il risarcimento milionario dei danni perché non può proseguire l’opera.
I manifestanti da 16 giorni (e notti) sostano davanti al palazzo del Governo in corso Marrucino a Chieti e sollecitano al Ministero delle Infrastruture e dei Trasporti d’intesa con il Presidente della Giunta Regionale e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare l’interruzione dei lavori.
Tanti cittadini , riferiscono i manifestanti, in questi giorni stanno esprimendo vicinanza e solidarietà alla battaglia da loro portata avanti. Intanto in una nota si legge che è arrivata la risposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla richiesta fatta dal Comune di Lanciano e “si dice non competente in merito alla sospensione di lavori di cui agli artt. 27 e 28 del D.P.R. 380/2001 per opere realizzate in difformità dalle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici; peccato che l’art. 28 del D.P.R. 380/2001 recita: Vigilanza su opere di Amministrazioni Statali” 1. Per le opere eseguite da amministrazioni statali, qualora ricorrano le ipotesi di cui all’articolo 27, il responsabile del competente ufficio comunale informa immediatamente la regione e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al quale compete, d’intesa con il presidente della giunta regionale, la adozione dei provvedimenti previsti dal richiamato articolo 27 . Mentre il Ministero si dice non competente – prosegue la nota – la Presidenza della Giunta Regionale tace, il Prefetto scrive a Ministeri competenti e Regione Abruzzo senza ottenere risposte, Terna prosegue i lavori in totale acclarato abusivismo arrivando a chiedere con altrettanta nonchalance danni milionari ai proprietari terrieri che si oppongono alle immissioni perchè a dire della Società non permettono la prosecuzione della costruzione dell’elettrodotto. Una volta – scrivono ancora i manifestanti – costruire un’opera in difformità del titolo autorizzativo e quindi in abuso era un reato penale, adesso addirittura, incredibile ma vero, si possono chiedere i danni se qualcuno teoricamente ti impedisce di commettere il suddetto reato….. come cambiano i tempi!!!. Nel frattempo mentre chi deve fare non fa e chi dovrebbe non fare fa, volano gli operai dai tralicci” .
In merito agli incidenti sul lavoro i manifestanti si chiedono se la Asl Chieti-Lanciano-Vasto e l’Ispettorato del Lavoro hanno fatto le dovute verifiche ed i relativi controlli.
“L’abusività dell’opera, dei cantieri ed il non rispetto delle norme di sicurezza – prosegue la nota – viene denunciato da più di un anno da più parti con ampia documentazione comprovante gli illeciti, ciò nonostante i cantieri vanno avanti, l’opera continua ad essere costruita e gli infortuni continuano ad accadere; come precedentemente detto c’è da chiedersi: quanto veramente costerà alla collettività l’abusiva costruzione di quest’opera in violazione di Leggi e Diritti? E cosa hanno fatto fino ad oggi gli Organi Deputati alla Vigilanza ed al Controllo quali Ministero dell’Ambiente, Regione Abruzzo, Enti Locali, A.S.L. ed Ispettorato del Lavoro? Mentre sui cantieri accade così l’inverosimile i proprietari dei terreni dopo aver superato, minacce, ritorsioni, denunce, diffamazioni, esorbitanti cifre che da 1.800,00 Euro “indennizzo calcolato a decreto di occupazione” sono passate ad Euro 60.000,00 – 90.000,00 – 130.000,00 per permettere le immissioni cercando di bypassare l’iter legale che prevede qualora il proprietario si oppone, ai sensi dell’art. 23 comma 3 del Testo Unico degli Espropri, l’utilizzo della forza pubblica attraverso Decreto Prefettizio e l’atto di citazione con richiesta di 2.000.000,00 Euro di danni continuano ad opporsi a fronte di acclarati illegittimi atti di immissione “.
Per i manifestanti la Società Terna Rete Italia S.p.a. “ a fronte di tutte le contestazioni e denunce fino ad oggi da più parti fatte per il modo di operare sui territori da parte dei propri funzionari e per quanto dalla stessa realizzato in violazione di Leggi e Diritti, confermato successivamente dai pochi Enti Pubblici che fino ad oggi hanno avviato controlli e verifiche, avrebbe fatto molto meglio a fermarsi verificando Lei stessa il proprio operato e l’operato dei propri funzionari correggendo e/o allontanando i propri soggetti che senza ombra di dubbio l’hanno danneggiata arrecando di conseguenza grave nocumento alla collettività che oggi chiede a gran voce giustizia” .