Dall’osservatorio mobilità di Federconsumatori Abruzzo riceviamo e integralmente pubblichiamo una lettera sulla stazione di Pescara.
In molte città italiane i senza dimora spesso cercano ( e trovano ) rifugio nelle stazioni ferroviarie per superare l’inverno. Succede anche quest’anno. Anche in questi giorni.
A Pescara, invece, succede il contrario. I senza dimora a Pescara preferiscono stare al freddo rigido dell’esterno, anziché al freddo siberiano dell’interno della stazione.
Mentre i passeggeri in arrivo e partenza , quelli che pagano il biglietto per andare e tornare, non possono evitare il freddo siberiano negli spazi utilizzati per l’attesa, presso le biglietterie, le edicole o il bar. Loro in quegli spazi debbono almeno transitare,se vogliono raggiungere i treni.
Anche le “sale di attesa” temporanee collocate tra il secondo e il terzo binario non conoscono nessun tipo di riscaldamento.
Tutto lo spazio fruibile dai clienti delle ferrovie di Pescara deve essere vissuto come una specie di punizione. Si deve pagare il prezzo per aver scelto un mezzo di trasporto pubblico, e sperimentare perciò il grado di resistenza alle temperature glaciali.
Qualcuno ingenuamente sperava che dopo quasi due anni di lavori in stazione ( una stazione nuova, ha già subito un restauro durato circa due anni !), qualcosa potesse cambiare dal punto di vista del riscaldamento.
In realtà l’unica modifica realizzata in itinere è stata l’installazione di un paio di “candele a raggi infrarossi” , che hanno una funzione estetica più che termica.
Eppure il Regolamento Europeo prevede l’obbligo dei gestori del trasporto ferroviario di consentire la fruizione di spazi riscaldati ai passeggeri dei treni.
Vale per tutti, ma non per i passeggeri in partenza o in arrivo nella stazione di Pescara.
E’ triste dover ammettere che le ferrovie non solo non sono in grado di evitare la formazione del ghiaccio negli scambi dei binari, ma forse neanche di evitare di trasformare in ghiaccioli i passeggeri in transito nella stazione di Pescara centrale.
Federconsumatori Abruzzo, osservatorio sulla mobilità