Tagliacozzo: probabilmente sono state fiamme dolose quelle che hanno incendiato e distrutto tre auto di proprietà del sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, della moglie e della figlia.
Si tratta di una Mini Cooper, un’Alfa e una Fiat 500, parcheggiati sotto l’abitazione del primo cittadino. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Avezzano, che hanno impiegato oltre un’ora per domare le fiamme, e i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo che indagano per accertare le cause dell’incendio e identificare eventuali responsabili. “E’ da ieri notte che mi chiedo il perché ma non trovo un motivo che possa giustificare questi gesti”, ha commentato il primo cittadino di Tagliacozzo. Continuano, intanto, le indagini dei carabinieri che hanno sequestrato quello che è rimasto delle macchine per ulteriori accertamenti in attesa dell’acquisizione dei filmato di videosorveglianza delle telecamere di sicurezza installate sul territorio. Tutto l’ambiente politico e tanti cittadini, nel frattempo, hanno espresso solidarietà al primo cittadino che, per ora, sta formalizzando le denunce ed è a stretto contatto con gli inquirenti che stanno cercando di fare luce sulla vicenda.
“Io non ho paura – dice il primo cittadino – e questo fatto violento di una illiceità brutale, vorrebbe allontanare da me, i miei compaesani, ma, invece, alla pari di una sorta di legge del contrappasso, li riavvicina tutti. Alla mia città, io voglio dire solo queste esatte parole, ossia che nella storia recente di Tagliacozzo, non si è mai verificato un atto di violenza così acceso e forte. Un fatto di cronaca, questo, che entra, come una pioggia di vetri taglienti, nell’intimità stessa del mio focolare domestico. In questo caso, si tratta di un gesto intimidatorio ben preciso, che reca danno non solo alla figura del primo cittadino, ma anche all’immagine stessa della città, ossia il mio suolo amministrato. Ai cittadini, quindi, io dico: non piegherò mai la testa. Sono stati miliardi, – continua Di Marco Testa – tra ieri notte e stamani, le manifestazioni di solidarietà e di affetto nei confronti sia miei che della mia famiglia. Non dare una risposta a questa domanda, significa, a mio avviso, – dice – alimentare congetture fallaci, fantasie e castelli in aria non veri e non logici. In queste circostanze, non bisogna mai perdere il senso della realtà e della cognizione logica delle cose. Ciò che cerco è la verità, tutto qui”.