Fumata nera nel tavolo ministeriale a Roma sulla Thales di Chieti. L’Azienda conferma la chiusura dello stabilimento, occupato da oggi pomeriggio dai lavoratori.
Si aggrava la vertenza Thales, con l’esito negativo per il futuro dello stabilimento di Chieti emerso dall’incontro svoltosi ieri al Ministero dello Sviluppo Economico. La direzione aziendale, davanti ai rappresentanti del governo, dei sindacati nazionali e territoriali, e del vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, ha confermato la decisione di ridimensionare fino alla chiusura l’unità operativa di Chieti Scalo, senza offrire alcuna garanzia. Una doccia fredda per gli oltre 90 lavoratori e per i sindacati che, constatata l’irremovibilità della controparte ad una trattativa, e non disponibili a soluzioni di ripiego che avrebbero determinato uno “spezzatino” tra Chieti e Firenze che avrebbe comunque determinato la fine dello stabilimento in Abruzzo hanno deciso per la rottura delle trattative e per l’immediata escalation della vertenza.
Questa mattina c’è stata l’assemblea dei lavoratori al termine della quale le RSU, e Fiom e Uilm hanno proclamato lo sciopero a tempo indeterminato con il non abbandono del plesso aziendale: in sostanza è iniziata l’occupazione.
“Il movimento sindacale, che con la giornata di oggi si rafforza notevolmente, lavorerà nelle prossime ore affinché il gruppo dirigente francese della Thales si ravveda e cambi idea su un progetto che noi” -afferma Davide Labbrozzi, segretario provinciale Fiom-“consideriamo assolutamente sbagliato, non solo per Chieti, ma anche per l’intero Gruppo. Nelle prossime ore chiederemo al Vescovo di Chieti di celebrare la Santa Messa Pasquale presso la sala mensa della Thales. Infatti, tutti assieme, i lavoratori Thales trascorreranno le prossime giornate in fabbrica con l’obiettivo di suggellare il legame indissolubile con il posto di lavoro. L’Azienda è degli uomini e delle donne che l’hanno fatta grande”.
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Il servizio del Tg8:
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