Il 19 agosto si aprirà a Torricella Peligna l’XI edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre”. Una tre giorni in cui l’attenzione sarà rivolta al fenomeno dell’immigrazione.
Sarà una tre giorni nel nome del grande scrittore italo-americano John Fante. Il 19 agosto a Torricella Peligna si aprirà l’undicesima edizione del festival che richiama tantissimi turisti ed appassionati nel piccolo paese della provincia di Chieti. Lo scrittore , come ricorda la direttrice artistica della manifestazione Giovanna Di Lello, è amato dai suoi fans e, con i suoi scritti, con il rapporto contrastato con il padre, ci ricorda l’importanza delle radici, la forza dei rapporti familiari e del segno che lasciano nella propria vita.
In questa edizione punto centrale dell’evento sara’ proprio la parola “migrazione”. Giovanna Di Lello spiega che la scelta cade “in un momento storico in cui questo fenomeno sta “invadendo” la nostra quotidianita’. Come i nostri migranti in cerca di un futuro migliore. A parlarne Riccardo Iacona, giornalista e conduttore televisivo e poi la Fondazione “Luciano Russi si occupera’ di “Le donne nell’emigrazione” e dei 60 anni dalla tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove morirono molti minatori, migranti abruzzesi. Jhon Fante era nato a Denver, nel Colorado, l’8 aprile del 1909, figlio di Nicola Fante, immigrato italiano originario di Torricella Peligna, e di Mary Capoluongo, una casalinga statunitense nata a Chicago (nell’Illinois) da genitori lucani. Il Festival letterario “Il dio di mio padre, e’ un vero e proprio happening che spazia tra il Premio “Opera Prima” che tra i 3 finalisti di questa edizione vede Gesuino Nemus, Simona Garbarini e Marco Peano e le letture dedicate a Fante con Ryan Gattis, giovane scrittore americano, che il suo amore per Fante lo porta tatuato sulla schiena, che raccontera’ i tumulti razziali di Los Angeles nel 1992. Per continuare con Pino Scaccia, inviato del TG1, che presentera’ il suo libro “Nell’inferno dei narcos”. E poi molti altri appuntamenti tra i giovani esordienti, il fumetto e il linguaggio giovane per un gran finale con “La banda della posta” un complesso di musicisti del paese di origine della famiglia di Vinicio Capossela, Calitri in Alta Irpinia, che sin dagli anni Cinquanta ha suonato agli sposalizi del paese esibendo un repertorio musicale energico e vitale “.
Il servizio del Tg8:
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