Vertice in Regione per la difficile vertenza Oma, che riguarda 330 lavoratori. Due offerte per rilevare il gruppo, ma c’è poco tempo.
Alla riunione sindacale erano presenti FIOM CGIL, FIM CISL, le rappresentanze aziendali, la Regione Abruzzo, Confindustria CH-PE nonché i rappresentanti della OMA Spa. La vertenza come ha una rilevanza sociale importante: sono coinvolte circa 330 persone in Italia, la metà in Abruzzo.
“Questa è una delle vertenze più dure degli ultimi anni” -scrive in una nota la FIom-Cgil- “sia per l’ impatto sociale sia per la difficile gestione. Tutto dovrà risolversi in pochi giorni e non sarà permesso nessuno sbaglio perché gli elementi che tengono in piedi la possibilità di soluzione positiva sono tutti concatenati. A differenza delle altre crisi aziendali non ci sono i tempi per i normali passaggi istituzionali che spesso ci portano a discutere anche sui tavoli romani del Ministero. Il giorno 22 ottobre 2019 il tribunale di Pescara sarà chiamato a decidere sul concordato e sull’eventuale fallimento”.
“La Regione” -prosegue la Fiom -“ci ha comunicato che ha ricevuto un interessamento concreto e documentato dal gruppo OMAX che sarebbe disponibile da subito all’affitto dell’ azienda e a preservare immediatamente oltre 200 posti di lavoro nonché del restante nell’arco di 24 mesi successivi. L’azienda sul tavolo porta a conoscenza che un secondo gruppo, la Humangest è anch’ essa interessata. Come OOSS siamo in costante contatto con i nostri colleghi toscani dove si trovano le altre aziende del gruppo, la Regione Abruzzo è in costante contatto con la Regione Toscana. In questa fase abbiamo poche strade, le stiamo percorrendo tutte ma sarà indispensabile che nei prossimi giorni il tribunale verifichi la possibilità di concedere l’ esercizio provvisorio, probabilmente questa è la vera e unica chance che potrà dare continuità alle attività e alla conservazione dei livelli occupazionali, il problema vero è che se ci saranno interruzioni nelle attività, la committente principale di OMA, la Nuovo Pignone, probabilmente affiderà le commesse ad altre aziende, a quel punto non avremo nulla di cui parlare”.