“L’apertura di un tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico” è stato chiesto dall’assessore alle Politiche del Lavoro, Piero Fioretti, in merito alla vertenza della società Veco Fonderia, azienda che opera nel settore della fonderia in ghisa.
La richiesta è stata avanzata direttamente al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, mediante una lettera nella quale l’assessore Fioretti illustra lo stato della vertenza occupazionale chiedendo soprattutto che il tavolo di crisi “verifichi – scrive l’Assessore al Ministro – ogni possibile e utile intervento con l’obiettivo di scongiurare la chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei lavoratori e anche di verificare la possibilità di intercettare eventuali nuovi investitori interessati allo stabilimento”. La vertenza che interessa la Veco Fonderia sta attraversando un momento di stallo dopo l’omologazione nel luglio del 2018 del concordato preventivo e la richiesta da parte della società di esercizio provvisorio. “Non possiamo permetterci che la crisi della Veco sfoci in una dismissione – spiega l’assessore Fioretti – per questo abbiamo il dovere di battere tutte le strade possibili per ridare slancio alla produzione e soprattutto dare una speranza lavorativa stabile ai lavoratori. La Veco è un’azienda storica – prosegue Fioretti – inserita peraltro nell’area di crisi complessa Tronto-Val Vibrata e i lavoratori hanno un’alta professionalità che non può essere dispersa ma anzi tutelata fino in fondo”. La Veco attualmente occupa 54 lavoratori, che del primo ottobre scorso fruiscono del trattamento di Cassa integrazione straordinaria (Cigs) fino al 30 settembre 2020. “In questo senso – aggiunge Fioretti – come Regione Abruzzo abbiamo sottoscritto con la società un’intesa che impegna la Regione ad erogare in favore dei lavoratori in Cigs politiche attive del lavoro; la società inoltre si è impegnata a ricercare nuovi investitori in grado di immettere nuovi capitali e incrementare i volumi di produzione. Confido nella sensibilità del Ministro Patuanelli nell’istituire un tavolo di crisi che alzerebbe l’attenzione su questa vertenza – conclude Fioretti – anche perché l’area della Val Vibrata non può permettersi altri abbandoni”.