Il WWF ha presentato osservazioni al “Regolamento di gestione” della via Verde della Costa dei Trabocchi, documento che l’Associazione non condivide “né nell’approccio normativo né nella sostanza degli interventi proposti”.
“È ora di dire basta” -scrivono in una nota- “a delle scelte che continuano a cementificare il territorio, peraltro appropriandosi di idee e parole nate e sviluppatesi con tutt’altri obiettivi!”.
“Ci eravamo illusi – commenta Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo – che la pandemia avrebbe messo bene in evidenza la necessità di mettere al centro di ogni azione il rispetto degli equilibri naturali ripensando le attività umane all’interno dei limiti degli ambienti e del Pianeta nel quale viviamo. Continua invece l’assenza di un approccio omnicomprensivo alla pianificazione e alla programmazione urbanistica e di infrastrutture che dovrebbero essere strategiche. La Provincia di Chieti con la proposta di Regolamento di gestione della Via Verde conferma questo limite. Né è accettabile che si accampi la giustificazione della fretta: cittadini e turisti aspettano risposte da anni e certo non si può accettare che per guadagnare un paio di mesi sui ritardi accumulati si vari in gran fretta un regolamento che comporterà enormi danni sia nell’immediato che nell’ottica stessa in cui la Via Verde è stata pensata”.
“Questo territorio – aggiunge – aspetta ormai da vent’anni l’istituzione del Parco Nazionale della Costa teatina, non più rimandabile. Il Parco è l’unico strumento possibile per pianificare interventi e azioni che da un lato tutelino le emergenze naturalistiche e dall’altro implementino la promozione del territorio minimizzando la conflittualità ambientale, dando certezze a chi deve investire risorse proprie, favorendo l’occupazione giovanile, l’innovazione e qualificando il turismo”.
“Senza un’adeguata pianificazione degli interventi, che non può essere solo appannaggio dei privati – aggiunge Ines Palena, presidente del WWF Zona frentana e Costa teatina – si rischia di snaturare l’assetto paesaggistico del territorio e di intaccare la bellezza dei trabocchi con chioschetti, parcheggi, impianti sportivi, ombreggi, ecc. sparsi qua e là lungo la costa. Disseminare la Via Verde di parcheggi sembra, inoltre, completamente contro la logica della fruizione sostenibile con la quale la stessa è stata concepita.”
Il WWF ha chiesto agli enti di sospendere l’iter del Regolamento di “gestione” della Via Verde della Costa dei trabocchi: non si prendano facili scorciatoie, che alla lunga non aiutano il territorio, ma si faccia riferimento alla L. R. n. 05/2007 che prevede la necessità della redazione di un Programma (Piano) che serva ad armonizzare il Sistema delle Aree Protette della Costa dei Trabocchi in attesa dell’arrivo del Parco. La partecipazione non può essere vissuta come un peso o una perdita di tempo anche perché, oltre ad essere prevista dalla normativa, i diversi “documenti” e “piani” definiti negli anni ne dimostrano l’utilità. Si coinvolgano, quindi, la Regione, i Comuni e i portatori d’interesse all’interno di un Osservatorio per la Via Verde, che progetti interventi nell’ottica della tutela del patrimonio naturalistico e implementi azioni per dare orizzonti diversi all’economia del territorio in prospettiva e anticipando quello che dovrà essere il futuro di queste aree meravigliose, ossia il Parco Nazionale della Costa Teatina.
Il WWF fa inoltre un accorato appello ai sindaci “perché tutelino i trabocchi, l’anima della Costa della Provincia di Chieti, luoghi della storia e della tradizione, diventati tratti distintivi del paesaggio, che rendono unico il territorio: non si ammettano modificazioni di queste strutture, non si conceda di banalizzarle trasformandole in anonime riproduzioni con ristoranti sul mare”.