In parlamento il capo della vigilanza di Bankitalia: “Carichieti e altre 3 banche con governance inadeguata”. Nel mirino il peso delle Fondazioni.
“La governance delle quattro banche è risultata fortemente inadeguata in tutte le sue articolazioni”. E’ quanto ha detto il capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo in audizione presso la commissione banche su Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. Barbagallo ha precisato che “sulla qualità della governance di tre di queste banche (Marche, Chieti e Ferrara) ha inciso la strategia delle Fondazioni, volta a conservare un ruolo dominante; ne sono conseguiti una riluttanza a ricorrere al mercato dei capitali e atteggiamenti ostili a soluzioni aggregative. Di segno non diverso i problemi della Popolare dell’Etruria, dove al debole controllo degli azionisti ha fatto riscontro l’autoreferenzialità dei vertici aziendali, decisi a mantenere condizioni di autonomia anche a fronte di una situazione sempre più critica”.
Barbagallo ha sottolineato che ”La crisi delle quattro banche poste in risoluzione il 22 novembre 2015 trae origine da cause comuni: governance inadeguata, politiche di erogazione imprudenti, comportamenti irregolari. La crisi economica ha fatto deflagrare fragilità già esistenti impedendo, in un contesto normativo europeo radicalmente mutato, l’utilizzo degli strumenti di soluzione delle crisi sperimentati in passato”. Parlando in particolare delle carenze nella governance, il capo della Vigilanza di Bankitalia ha quindi spiegato che ”la proprietà non ha svolto il ruolo di selezione e vaglio dei vertici aziendali; il Consiglio di amministrazione e il management non hanno realizzato un modello di gestione sano e prudente; i meccanismi di controllo interno non hanno funzionato”. Dunque, come riscontrato nelle altre banche in crisi, ha sottolineato, “le insufficienze della governance si sono tradotte in una scadente qualità del credito, che ha risentito di cattiva organizzazione, pratiche inadeguate, violazioni di norme e regolamenti”. Quanto ai crediti deteriorati delle quattro banche, Barbagallo ha ricordato che in tempi diversi hanno raggiunto “percentuali almeno doppie rispetto a quelle del sistema bancario, determinando tensioni di liquidità e pesanti perdite patrimoniali, all’origine del dissesto”
Il provvedimento di risoluzione delle quattro banche è stato “gravoso per gli azionisti, per i sottoscrittori di obbligazioni subordinate, per il sistema bancario”, tuttavia “sono state evitate due soluzioni alternative ben più distruttive: il bail-in o la liquidazione coatta,” -ha aggiunto Barbagallo- “Ed in entrambi i casi le conseguenze sistemiche sarebbero state ben più gravi rispetto a quella della risoluzione. La collaborazione con la Consob – che ha avuto a disposizione a partire dal protocollo 2012, un flusso continuo di dati economici, patrimoniale, di rischiosità – si è inoltre svolta nell’alveo di una prassi generalizzata e degli accordi esistenti, che prevedono comunicazioni di sintesi dell’azione di Vigilanza”.