Yokohama non vuole accedere alla cassa integrazione offerta dal Governo. Inizierà quindi la procedura di liquidazione e di licenziamento collettivo. Lo ha annunciato in serata al termine del tavolo con il MISE il sindaco di Ortona Leo Castiglione.
La multinazionale giapponese -ha spiegato Castiglione- continuerà la trattativa con le tre aziende interessate che comunque hanno espresso, secondo Yokohama, la volontà di non trasferirsi i lavoratori direttamente.
“Resto basito – afferma il sindaco- dall’atteggiamento della proprietà che non mostra alcuna forma di rispetto nei confronti delle persone e dei tanti lavoratori. Oggi abbiamo scoperto che le aziende acquirenti sono interessate ai macchinari e solo in parte allo stabilimento e non ai lavoratori. La proprietà giapponese ha mostrato un atteggiamento assolutamente irrispettoso nei confronti di un territorio che a loro ha dato tanto”.
L’ASSESSORE MAURO FEBBO: RESTA UNO SPIRAGLIO PER LA CESSIONE
“Purtroppo la Yokohama avvierà la procedura di licenziamento collettivo, ma ci sono importanti passi in avanti che lasciano presagire un finale positivo”. Ad annunciarlo è l’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico, Mauro Febbo, a margine dell’incontro con il MISE.
“Nonostante il veto iniziale, siamo riusciti nell’intento di ottenere l’avvio delle trattative per la vendita dello stabilimento produttivo di Ortona, ma la Yokohama ha deciso di non avvalersi degli ammortizzatori sociali, ovvero della cassa Covid nello specifico. Una decisione unilaterale che non condividiamo e contestiamo aspramente visto che questo tipo di aiuti non rientrino nel regime degli Aiuti di Stato, così come certificato dagli uffici legali del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero del Lavoro e quindi l’azienda non sarebbe incorsa nel rischio di dover restituire le somme utilizzate come previsto dall’articolo 6 del Decreto Dignità. A questa doccia fredda – prosegue Febbo – bisogna però contrapporre le notizie positive. Infatti proseguono le trattative tra la Yokohama e le tre aziende interessate all’acquisizione. Aziende di alto profilo con disponibilità economico – finanziarie che hanno già sottoscritto l’accordo di non disclosure agreement e l’impegno a presentare le offerte entro la settimana prossima dopo aver visionato e ispezionato lo stabilimento”.
“Non ci saremmo mai aspettati che l’azienda prendesse questa decisione e che non tutelasse affatto i lavoratori nonostante le misure disponibili in questo particolare momento storico segnato dall’emergenza coronavirus. Siamo consapevoli che la procedura di licenziamento collettivo durerà mesi, pertanto – conclude Mauro Febbo – nel frattempo, prima che la stessa si concluda, lavoreremo per far sì che le trattative per la vendita, già ben avviate, volgano ad un esito favorevole”.