Sevel: luci sulla produzione, ombre sui lavoratori

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Sevel: luci sulla produzione, ombre sui lavoratori allo stabilimento Sevel di Atessa. Per il Cobas Slai la produzione è ok, i lavoratori ko.

Nel sereno orizzonte produttivo in cui si stagliano le recenti (buone) notizie sulla Sevel di Atessa c’è anche qualche nube. Per i lavoratori Slai Cobas il 2015 sarà ricordato come il più produttivo per Sevel, mentre per loro sarà quello con risibile riconoscimento economico, riduzione delle ferie estive (12 giorni) e zero vacanze di Natale. Secondo il Cobas Slai i turni supplementari, sommati a quelli dei volontari straordinari addetti al recupero dello scarto produttivo, hanno raggiunto numeri a doppia cifra e superato l’innalzamento previsto. Per questi motivi proclamano lo sciopero degli straordinari a turni interi del 7, 8, 14, 22 e 28 novembre 2015.

“La favorevole richiesta di veicoli commerciali, derivante dalla molteplice e variegata gamma di allestimenti, continua purtroppo ad essere soddisfatta con antiche ricette, supplementi di ore lavorative, accelerazioni furtive della velocità delle linee e la diminuzione dei tempi di dissaturazione delle singole postazioni, a differenza di altri produttori che investono in innovazione tecnologica”.

Il Cobas Slai si chiede inoltre quali posti occuperanno i tanti giovani neolaureati che, con contratti in somministrazione e senza la necessaria introduzione di nuove tecnologie, alternano pratica e teoria – la prima sulla linea di produzione e la seconda in ufficio – visto che gli spazi gestionali sono occupati e presidiati dagli “sceriffi-diplomati”.

“Le innovazioni – osserva il Cobas Slai – con molta probabilità hanno un costo aziendale superiore di quello erogato per l’infinito straordinario. Inoltre, a seguito del mancato rinnovo della detassazione dei premi e degli straordinari per il 2015, è sempre più evidente ogni fine mese in busta paga la mancanza di corrispondenti incrementi economici per l’aumento della tassazione. A beneficiare dei nostri record restano i soliti noti, ormai all’unisono, azienda e governo, che insoddisfatti pretendono ulteriore flessibilità, aumento della produttività, innalzamento dell’età pensionabile e regolamentazione del diritto di sciopero. I 250 lavoratori in affitto per sei mesi, mirabilmente selezionati senza ripescaggi nel bacino dei precedenti esclusi, e i trimestrali 77 euro per complessivi 231 euro lordi equivalenti a 1,08 euro ogni 1000 veicoli prodotti, rappresentano una beffa”.

Il Cobas Slai conclude che gli unici obiettivi restano la riduzione dell’orario settimanale per garantire occupazione, la fruizione delle ferie residue entro il 2015 e la restituzione della quattordicesima mensilità.