Febbo, Ospedale Chieti a rischio caporalato. Confermate tutte le criticità soprattutto per quanto riguarda il servizio di ristorazione, pareri contrastanti sulla qualità del cibo servito nelle corsie, malcontento dei lavoratori addetti alla ristorazione per le pesanti riduzioni degli orari di lavoro e il cambio del contratto. Lavoratori amareggiati soprattutto dal punto di vista umano, per il trattamento ricevuto dalla società che gestisce il servizio mensa. È quanto emerso dalla visita effettuata al policlinico di Chieti dal presidente della commissione di vigilanza della Regione Abruzzo, Mauro Febbo di Forza Italia, che aveva annunciato l’iniziativa quando, nelle settimane scorse, era emersa la vertenza dei lavoratori addetti alle mense, che operano per conto della società che si è aggiudicata l’appalto, i quali hanno subito drastiche riduzioni dell’orario di lavoro e cambio del contratto. Un trattamento, ha detto Febbo “che sfiora il caporalato”. Febbo, che è stato accompagnato da personale medico e dal consigliere comunale e provinciale Emiliano Vitale, ha visitato i reparti di Pediatria, Ostetricia, Clinica medica, oltre al servizio distribuzione e somministrazione dei pasti, cucine e mense.
“Il personale che già lavorava per il servizio è stato interessato da una prima riduzione degli orari di lavoro che per gli addetti alla cucina è passato da 24 a 20 ore settimanali mentre per i cuochi da 36 a 30 ore settimanali”, dice Febbo. “Ma non è tutto – aggiunge Febbo – perché nel mese di dicembre l’azienda ha deciso, unilateralmente, il cambio del contratto di lavoro, portato dal contratto collettivo nazionale turismo-commercio al secondo livello del contratto delle imprese di pulizie ma soprattutto una drastica e insopportabile riduzione delle ore di lavoro settimanale da 20 a 7 ore per gli operatori della mensa. In pratica i lavoratori lavorano un’ora e mezza a giornata peraltro senza la possibilità di poter programmare nulla perché gli orari vengono comunicati giorno per giorno. Inoltre, la variazione del Contratto – aggiunge Febbo – determina anche la riduzione della paga oraria che scende da 7,668 a 6,841 euro, ciò significa che da una busta da paga già ridotta di 750-800 euro mensili si passa alla vergogna di 200 euro. Così come i cuochi che si sono visti ridotti l’orario settimanale da 30 a 15 per uno stipendio che passa da circa 1.200 euro mensili a circa 550 euro”. Tutte criticità, ha annunciato Febbo, che verranno esaminate il prossimo 22 febbraio durante un’apposita seduta della Commissione di Vigilanza, presenti i vertici dell’Asl Lanciano Vasto Chieti.