Il sindaco di Pescara Marco Alessandrini ascoltato in commissione Vigilanza in Regione Abruzzo. Le opposizioni: “Il sindaco ha sbagliato, deve dimettersi”
Per l’opposizione in consiglio regionale l’emergenza balneazione che si è verificata a Pescara il 28 luglio scorso dopo la rottura della condotta fognaria di via Raiale, deve essere affrontata non soltanto a livello giudiziario – come sta avvenendo con un’inchiesta in corso, ma anche politico. E chiede le dimissioni del sindaco del capoluogo pescarese, Marco Alessandrini, ascoltato in commissione Vigilanza convocata dal presidente Mauro Febbo.
Un’audizione chiarificatrice, per cercare di ricostruire come si è inceppato il meccanismo della comunicazione. AL centro della questione c’è, infatti, la decisone del sindaco Alessandrini di non informare i cittadini, pur avendo saputo per tempo dall’Arta e dall’Aca che si erano sversati in mare 30 milioni di litri di liquami. Una scelta della quale le opposizioni chiedono il conto.
Non ha voluto invece rilasciare dichiarazioni il sindaco di Pescara, che al termine del suo intervento, avvenuto alla presenza anche dei vertici dell’Aca e dell’Arta e dell’assessore alla Sanità Silvio Paolucci, è andato via in fretta. Dalle porte della commissione Vigilanza, tuttavia, è emersa evidente la sua posizione di auto-difesa rispetto alla scelta. “C’è qualcuno – ha detto in commissione – che ha soffiato sul sentimento della paura e che ora viene a bussare a denaro alla porta del Comune”.
Dopo il silenzio stampa di questa mattina, in tarda serata arriva la nota del sindaco Alessandrini alla luce dell’incontro di stamane in Commissione:
height=315Non avrei mai messo a repentaglio la tutela della salute pubblica, come qualcuno sostiene al fine di suscitare allarmi e paure che non trovano riscontro negli elementi certi che sono a disposizione. Le acque di un’esigua parte del litorale pescarese, nello specifico tra Via Mazzini e Via Balilla, sono state classificate dalla Regione Abruzzo, con delibera di Giunta 157/2015, come acque scarse. Da previsione normativa significa che esse hanno valori di balneabilità oscillante, che tuttavia non corrispondono ad una situazione di inquinamento conclamato tale da determinare pericolo per la salute pubblica. Nei fatti – aggiunge Alessandrini – accade non di rado che nel momento in cui si adotta un’ordinanza di divieto di balneazione per valori non conformi, l’Arta effettua nuovi prelievi che in molti casi risultano positivi, cioè opposti ai precedenti. Esattamente quello che é avvenuto il primo agosto scorso, giorno in cui i valori erano già rientrati nella norma e anzi sono stati i migliori della stagione estiva.”