Pescara dà cittadinanza a Segre: “Suo amore è antidoto all’odio.” Stesso riconoscimento anche a tutte le vittime della Shoah.
“Nell’età della gioventù e della gioia di vivere le sono state imposti, con la deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz, il dolore e la sofferenza. Al disprezzo dei carnefici ha contrapposto la forza del ricordo e del monito alle generazioni a coltivare la memoria, la solidarietà e la speranza. Testimone vivente dell’amore come antidoto all’odio e della fiducia nei più alti valori dell’umanità contro ogni forma di razzismo, di discriminazione e di negazione di ciò che è stato”. Con questa motivazione Pescara conferisce la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Il conferimento c’è stato nel corso di una seduta solenne del Consiglio comunale, che ha aperto i tre giorni di iniziative promosse dall’amministrazione comunale in vista del Giorno della Memoria.
“Una cittadinanza onoraria – scrive in una lettera Segre, che non ha potuto essere a Pescara – è un atto che istituisce un legame ed una empatia che sono sempre cifra di umanità e di idem sentire civile oltre che civico. Sono dunque ben felice di potermi dire da oggi vostra concittadina, purtroppo ragioni di età e di salute mi impediscono di essere presente fra voi come vorrei, ma ci tengo a condividere con voi i sentimenti democratici e antifascisti che storicamente sono appannaggio della terra abruzzese”.
Oltre a Liliana Segre la cittadinanza onoraria è stata conferita all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, alla Brigata Ebraica e a tutte le Vittime della Shoah. Alla Brigata Ebraica perché “per la riconquista del diritto alla libertà oltre cinquemila giovani di diverse nazionalità hanno indossato l’uniforme e con orgoglio hanno mostrato sul braccio la Stella di Davide ai persecutori del loro popolo. Simbolo di rinascita e di riscossa, la Brigata si è prodigata oltre che sui campi di battaglia italiani anche per il soccorso alla popolazione civile e il sostegno ai profughi, auspicando il diritto degli ebrei a una patria comune dopo la tragedia epocale della Shoah”.
“Raccordo di 21 comunità italiane e custode della memoria di quelle del passato – si legge nella motivazione della cittadinanza all’Unione delle Comunità Ebraiche – è elemento di identità in un’appartenenza bimillenaria che ha reso in ogni epoca gli ebrei pienamente partecipi della cultura e della vita nazionale in tutte le sue sfaccettature e particolarità. L’Ucei svolge con impegno, passione e competenza la missione di riannodare i fili della Storia e coordinare quelli della contemporaneità, nel segno delle comuni radici e della costruzione del futuro”.
A tutte le vittime della Shoah va la cittadinanza onoraria perché “alla disumanità dell’arcipelago dello sterminio hanno contrapposto il coraggio e la dignità di testimoni della tragedia indelebile del nostro tempo e della nostra civiltà. Nelle carni e nello spirito hanno portato i segni di un’esperienza senza eguali come la persecuzione sistematica di uomini, donne e bambini innocenti. Ai sopravvissuti ai lager nazisti e a coloro che non ce l’hanno fatta a riemergere dagli abissi dell’orrore va il debito morale della Storia”, si legge.