Hanno costretto, con giorni e giorni di contestazione anche in consiglio comunale, sindaco e assessore ad un dietrofront sulle tariffe delle mense scolastiche: a Sulmona vince il fronte dei genitori.
A Sulmona i genitori non ne hanno voluto sapere di far passare la delibera con cui il Comune aveva deciso di applicare il principio di equità sociale alle mense scolastiche: pasti gratis per i poveri e a prezzo pieno (4,58 euro) per i più ricchi. Sindaco Ranalli e assessore D’Alessandro hanno dovuto fare dietrofront: per tutti, infatti, verrà applicata la stessa somma ( 2,44 euro) che corrisponde al 50% del costo del servizio. Il pasto gratis resta per i soli indigenti. Erano pronti a rivolgersi al Tar i genitori costituitisi in comitato spontaneo: il Comune ha, quindi, ceduto ritirando la delibera. Un passo indietro del sindaco che fino a ieri aveva dichiarato di voler andare avanti con la scelta di applicare la legge che prevede la partecipazione dei contribuenti ai servizi comunali tenendo conto del reddito di ogni famiglia. Nei giorni scorsi molte famiglie hanno protestato facendo mangiare i propri figli a scuola con il cestino preparato dalle mamme, acquistando coca cola e pizzetta (senza, dunque, risparmiare) e in alcuni casi riportando i bambini a casa per pranzo.