Hanno scelto di vestire a lutto portando la propria indignazione in piazza Salotto, a Pescara, gli addetti di arte e cultura in Abruzzo anch’essi fortemente penalizzati dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm.
Abiti neri come il momento che vivono. Un fiore rosso come la speranza che sperano di non perdere del tutto. Così, oggi, in piazza Salotto a Pescara gli addetti di arte e cultura. Altra categoria fortemente penalizzata dalle ultime restrizioni del Dpcm di domenica scorsa. Arte e cultura i cui operatori avevano già dovuto sopportare i mesi del lockdown e subito dopo la faticosissima, mai completa, ripresa delle attività. Non ce la dimenticheremo mai un’estate, come la scorsa, senza concerti in stadi e piazze.
Domenica sera a mezzanotte in punto anche in Abruzzo si sono spente le luci di cinema e teatri. Un buio che non hanno più la forza di affrontare tutti coloro che vivono di musica, arte, spettacolo: in un paese, come il nostro, che di arte e cultura potrebbe viverci di rendita.
Speciale il colpo d’occhio offerto dalla protesta di oggi a Pescara: molti musicisti han portato il loro strumento così come ci sono leggii e abiti di scena. Tutti vestiti di nero, ma col rosso di un fiore che vuole rappresentare la speranza.
( artisti in piazza Salotto)
Lunedì prossimo, 2 novembre, nuova protesta -stavolta alle ore 10 in piazza Italia- col mondo dello sport.
E oggi in piazza Salotto anche rappresentanti del mondo del circo e dei lunapark: anche loro piegati da una ripresa post lockdown che in realtà non c’è mai stata.
Incalcolabile il danno in termini di mancato guadagno per centinaia di addetti ai lavori spesso padri e madri di famiglia. E se qualcuno, in piazza, abbraccia il proprio violoncello come fosse un bastone per non cedere qualcun altro lascia andare le mani su una fisarmonica regalando emozioni a chi passa esattamente come solo l’arte può fare.