Aggredito con violenza e senza alcun motivo apparente: è accaduto al medico di turno del carcere di Sulmona, sul quale un detenuto si è improvvisamente scagliato brandendo una sedia e poi prendendolo a pugni.
A compiere il gesto è stato un detenuto di 38 anni, presunto esponente della mafia pugliese. Il pronto intervento di un assistente capo di polizia penitenziaria ha evitato conseguenze peggiori per il medico aggredito.
La notizia è stata diffusa e commentata da Mauro Nardella, segretario generale territoriale Uil Polizia penitenziaria.
“L’istituto di Sulmona, proprio perché rappresenta l’elite dei penitenziari italiani (negli ultimi anni si è passati da 400 eventi critici medi annui a soli 3, e questo grazie alla professionalità, alla dedizione e all’innata abnegazione di tutti gli addetti ai lavori) non meritava di essere ‘schiaffeggiato’ da un detenuto il quale, contrariamente a quanto di solito viene fatto da molti di loro, non accetta evidentemente la revisione critica della sua personalità richiesta dal regolamento e necessaria per il raggiungimento dei benefici premiali previsti dalla legge. A tal proposito, a salvaguardia del diritto ad un lavoro sicuro e scevro di strumentali quanto possibili minacce, lancio la proposta, soprattutto alla luce della norma appena approvata sulla tortura, di istituire la figura di un garante anche per tutti gli operatori penitenziari. Al medico aggredito inviamo il nostro sostegno e la piena solidarietà”.