È stata denunciata e ha evitato l’arresto perché si è presentata spontaneamente e ha ammesso di essere lei alla guida dell’auto, la donna che il 2 giugno scorso, a Colleranesco di Giulianova, a bordo della sua macchina travolse il pensionato Camillo Pechini, che morì il 17 luglio, dopo 46 giorni di agonia, all’ospedale di Teramo.
Alla donna sono stati contestati i reati di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. La donna, ex impiegata di banca di 73 anni, ha dichiarato al pm Stefano Giovagnoni, che l’ha sentita negli uffici del Comando della Polizia Stradale di Teramo, di essersi accorta del tonfo sulla parte anteriore della sua auto, ma di non aver capito che aveva urtato una persona, nonostante si fosse fermata qualche centinaio di metri oltre, per verificare l’entità dei danni alla vettura. L’auto, una Renault Clio di colore grigio, indicata da un testimone oculare e filmata in un video del sistema di sorveglianza di una casa vicina all’impatto, era stata sequestrata alcuni giorni fa dagli agenti della stradale diretti dal vicequestore Nadia Carletti. I sostituti commissari Antonio Bernardi e Stefano Di Stefano, assieme ai colleghi della Polizia postale e delle comunicazioni di Teramo, coordinati dall’ispettore Tazio Di Felice, in tre mesi di indagine hanno passato al setaccio ben 20 mila utenze telefoniche raccolte nei tabulati del 2 giugno, registrati sui ripetitori della zona. E’ stato così scremato un elenco di almeno cinque autovetture dello stesso modello e colore intestate ad altrettanti residenti nella provincia di Teramo, fino a individuare quella sospetta. L’auto in questione aveva un fanale destro nuovo, ma ancora i danni alla carrozzeria e sul parafango destro anche un lego di stoffa appartenuto ai pantaloni della vittima. Il riconoscimento fotografico da parte del testimone che guidava l’auto dietro a quella della investitrice, ha chiuso il cerchio delle indagini.