A Guardiagrele, comune del Chietino di novemila abitanti, su 176 casi di coronavirus accertati dal primo dicembre ad oggi, 36 sono riconducibili alla cosiddetta variante inglese del virus.
I contagi relativi alla variante salgono a 65 se si considera l’intera provincia di Chieti, stando a dati del Dipartimento di prevenzione della Asl aggiornati al pomeriggio. In Abruzzo è stata accertata la circolazione di due varianti: quella inglese ed un’altra già nota in Europa. Un centinaio nel complesso i casi.
Il laboratorio di Genetica molecolare dell’Università di Chieti, dopo aver individuato una cinquantina di contagi da sospetta variante, ha inviato una decina di campioni rappresentativi del totale all’Istituto Superiore di Sanità. Da Roma è arrivata la conferma su quanto appurato dalla struttura abruzzese. L’Istituto zooprofilattico sperimentale d’Abruzzo e Molise (Izsam) – che, con sede a Teramo, lavora per le Asl di Teramo, dell’Aquila e di Chieti – ha accertato diverse decine di casi alla cui origine c’è la variante inglese, tra cui quelli di Guardiagrele. La struttura ha, poi, comunicato gli esiti degli accertamenti alle autorità competenti. Ricevuta la comunicazione dallo Zooprofilattico, la Asl di Chieti si è subito attivata intensificando l’attività diagnostica a Guardiagrele, dove nei prossimi giorni partirà anche lo screening di massa sulla popolazione. In paese, il primo contagio riconducibile alla variante inglese risale al 18 dicembre, mentre a livello provinciale il primo caso alla cui origine c’è la stessa variante è emerso, come ricostruito, il 10 dicembre. Sulla materia, la Regione Abruzzo, nei giorni scorsi, ha subito attivato i protocolli previsti a livello governativo, con il recepimento dell’ordinanza di Speranza dello scorso 8 gennaio. Due, in tal senso, i laboratori individuati per sequenziare il virus: quello di Genetica molecolare dell’Università di Chieti e quello dell’Istituto Zooprofilattico d’Abruzzo e Molise.