Perizia psichiatrica su Fabio Di Lello prima di confermare, modificare o ribaltare la sentenza di 1° grado: così i giudici della Corte d’Assise d’Appello de L’Aquila in merito all’omicidio di Italo D’Elisa, avvenuto a Vasto un anno fa.
Di Lello in primo grado era stato condannato a 30 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Lanciano; oggi i suoi legali, Pierpaolo Andreoni e Giuliano Milia, hanno presentato una dettagliata documentazione medica a supporto dell’istanza di perizia psichiatrica a carico del loro assistito, accolta dai giudici, i quali hanno aggiornato al prossimo 21 febbraio, quando il collegio giudicante nominerà il consulente tecnico d’ufficio al quale sarà affidato un tempo congruo per la relazione. Fabio Di Lello, lo scorso primo febbraio, freddò Italo D’Elisa nella centralissima via Perth, a Vasto, con tre colpi di pistola semiautomatica. Una vendetta premeditata, secondo i giudici di primo grado, verso colui che il primo luglio del 2016 aveva travolto con la sua auto, uccidendola, la moglie dell’imputato, Roberta Smargiassi. Il fatto avvenne all’incrocio tra via Mazzini e via Giulio Cesare. Un dolore troppo grande per Di Lello, che nella giovane moglie riponeva tutte le sue speranze. Subito dopo l’omicidio, il 34enne, ex calciatore e panettiere di professione, si era recato al cimitero alla tomba della moglie, ed è lì che i carabinieri lo hanno trovato.