L’organizzazione “Essere Animali” ha fatto affiggere anche a Castel di Sangro decine di manifesti in cui si denuncia il rischio sanitario costituito dalla presenza sul territorio di un allevamento di visoni. E’ polemica per i toni allarmistici usati.
Dopo i casi documentati di visoni con infezioni da coronavirus rilevati in diverse nazioni, anche in Italia, a Castel di Sangro e negli altri Comuni in cui sono situati questi allevamenti sono comparse decine di manifesti recanti la scritta “Rischio sanitario: in paese c’è un allevamento di visoni, il coronavirus mutato si diffonde dai visoni all’essere umano”.
L’iniziativa è stata realizzata a Capralba (CR), Capergnanica (CR), Calvagese della Riviera (BS), Villa del Conte (PD), Scorzè (VE), Galeata (FC), San Marco (RA), Castel di Sangro (AQ).
“Non si tratta di una provocazione” – commenta Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, l’organizzazione che ha commissionato le affissioni. “L’allevamento di visoni situato a Castel di Sangro non rappresenta solo una crudeltà nei confronti degli animali, ma è anche un problema per la salute pubblica. E’ necessario chiuderlo e vietare su tutto il territorio nazionale la produzione di pellicce”.
I manifesti hanno generato diverse polemiche. Il sindaco di Capergnanica (CR), quello di Capralba (CR) e la sindaca di Galeata (FC), tre località in cui vi sono allevamenti di visoni e in cui sono stati affissi i manifesti, sono intervenuti pubblicamente sui social e sui quotidiani locali per rassicurare la popolazione.
Anche a Castel di Sangro tanti cittadini stanno commentando in queste ore sui social la comparsa delle foto in diversi angoli della cittadina. Molti si domandano se davvero ci si debba preoccupare e attendono un intervento delle autorità.
Visoni positivi al coronavirus sono stati rilevati in allevamenti situati in Olanda, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Italia, Grecia, Francia, Polonia e Lituania, mentre sette Paesi segnalano infezioni da coronavirus con mutazioni legate al visone in esseri umani, in Olanda, Danimarca, Svizzera, Sud Africa, Russia, Stati Uniti e Isole Faroe. 16 Paesi europei hanno vietato gli allevamenti da pelliccia, l’ultima in ordine di tempo l’Ungheria che, pur non avendo strutture attive, ha imposto un divieto per evitare che allevatori provenienti da nazioni che stanno vietando gli allevamenti possano insediarsi nel territorio magiaro.