“Rammarico per il ritardo impiegato dalle prefetture abruzzesi nel rispondere ai nostri quesiti sui limiti di mobilità delle persone”. Lo esprime il direttore regionale della CNA Abruzzo, Graziano Di Costanzo.
La CNA ricorda di “aver inoltrato già il 12 novembre scorso, data in cui la nostra regione era inserita nella “zona arancione”, una lettera alle prefetture abruzzesi in cui si chiedeva una interpretazione autentica ed estensiva circa la possibilità per i cittadini di poter raggiungere attività di propria fiducia, come i parrucchieri, con sede anche al di fuori del proprio comune di residenza. Quand’anche esistesse la stessa attività in quel territorio. Risposta che, nel momento in cui scriviamo, non è ancora arrivata».
«Eppure la richiesta, evidentemente estendibile ad altre attività, come ad esempio le officine di autoriparazione – aggiunge Di Costanzo – è stata reiterata alcuni giorni fa, dopo l’ingresso dell’Abruzzo in “zona rossa”. Una richiesta dettata da pressioni molto forti delle categorie interessate, soggette a impressionanti crolli di fatturato, ma voluta anche per tutelare i cittadini da rischi di sanzioni molto forti in caso di controllo; ed evitare poi il fiorire di interpretazione fai da te di consulenti improvvisati».
«Così purtroppo non è stato» conclude Di Costanzo, che ricorda come «analoga richiesta, formulata in altre zone d’Italia dalle associazioni d’impresa alle medesime autorità, abbia ricevuto invece tempestive risposte, anche nella direzione da noi auspicata, nonostante si trattasse di aree del Paese alle prese con problemi ancora maggiori legati al contenimento della pandemia». Dunque «c’è il rischio che si arrivi al prossimo 3 dicembre, data in cui scadrà automaticamente l’istituzione della “zona rossa” senza aver ricevuto risposta alcuna».