Tra le vittime della tragedia di Marcinelle anche un eroe dimenticato: Marceau Caillard. Con il suo slancio salvò la vita di sei minatori sacrificando la propria. In Abruzzo lo ricorda l’associazione Ambasciatori della fame.
8 agosto 1956, qualche minuto dopo le 8 del mattino: nella miniera di carbone del Bois du Cazier, mille metri sotto terra, tanti uomini cercano di lasciarsi alle spalle la miseria grattando il cunicolo con la forza della disperazione. In quel momento i musi neri al lavoro nel ventre belga di Marcinelle sono 274. Di lì a poco ne resteranno in vita solo 12, gli altri 262 saranno vittime di un errore umano e forse anche divino. I minatori arrivano da 12 paesi diversi, ma è l’Italia a pagare il prezzo più alto con 136 morti nelle viscere della terra per una scintilla che non doveva esserci durante la movimentazione dei carrelli trasportatori. Il rogo divampa in uno dei condotti principali, in pochi istanti l’impianto sotterraneo si trasforma nell’inferno degli innocenti: si muore per soffocamento e per le fiamme, si muore subito o dopo lenta agonia. I soccorsi impiegano una vita ad arrivare, bloccati dai cunicoli bollenti, dal fumo e dagli ascensori inutilizzabili. L’ecatombe è figlia anche e soprattutto del pessimo stato in cui versa la miniera, datata 1830, con due sole vie d’uscita e scarsa manutenzione. Cinque anni dopo arriva la condanna a sei mesi del direttore dell’impianto, Adolph Calicis, mentre gli altri imputati vengono assolti. La miniera, dichiarata civilmente responsabile, venne condannata a pagare 25 milioni di lire ai familiari di alcune delle vittime non ancora risarcite. Dei 136 erano italiani morti, 60 erano abruzzesi, giovanissimi, provenienti in gran parte dai paesi della Maiella: Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani, Farindola. In occasione del 61° anniversario della tragedia del Bois du Cazier l’associazione culturale Ambasciatori della fame ha diffuso la rara fotografia di uno degli eroi dimenticati di Marcinelle: Marceau Caillard, che sacrificò se stesso per salvare la vita di sei minatori. A raccontare il gesto di Caillard è il presidente onorario dell’associazione Ambasciatori della fame, Geremia Mancini:
“Marceau Caillard nacque a Marcinelle, in Belgio, il 5 luglio del 1929. La sua famiglia era però di origini francesi, suo padre Alphonse era nato ad Orléans nel 1898. Sin dalla nascita la vita di Marceau fu segnata dall’incontro con il carbone. Il padre, minatore da sempre, da molti anni lavorava a Marcinelle. Marceau, appena maggiorenne, varcò il cancello del Bois du Cazier. Lavoratore instancabile, era sempre accompagnato dal sorriso. Poi la tragedia e il suo atto di generoso, autentico eroismo. Era la mattina dell’8 agosto del 1956 quando a Marcinelle scoppiò l’inferno. Marceau Caillard lavorava insieme ad altre sei persone a 1.035 metri sotto terra, dove c’era l’invio delle “gabbie” di risalita. Ognuno di loro accudiva un cavallo da traino. Alle 8.10 si verificò la drammatica esplosione e fu allora che Onorato Pasquarelli, che aveva una gamba di legno, diede l’allarme: ‘C’è fumo dappertutto risaliamo immediatamente’. I sette compagni di lavoro arrivarono all’ascensore, schiacciati l’uno sull’altro, con gli occhi arrossati e i polmoni carichi di quel denso fumo che arrivava ovunque. Fu tirato per quattro volte, così era d’uso, il campanello. Ma da sopra non arrivò nessun segnale. C’era un’altra possibilità azionare il discosto campanello grande. Per farlo occorreva che qualcuno scendesse dalla “gabbia” (ascensore) per tentare quel disperato gesto. Marceau Caillard non esitò un attimo e si recò ad attivarlo. Fu allora che la gabbia d’un tratto risalì lasciando a terra il povero Marceau. Il suo sacrificio salvò la vita a René Albert, Robert Barbieux, Philippe Detobel, Carlo Fontaine, Onorato Pasquarelli e Attilio Zannin. Il sorvegliante Carlo Fontaine racconterà di aver tentato, inutilmente, di bloccare Marceau. Quel giovane aveva deciso, in un attimo, di sacrificare la sua vita per salvare quella dei suoi colleghi. Il corpo di Marceau Caillard fu ritrovato, giorni dopo, accanto a quel campanello che aveva coraggiosamente azionato. Nella tragedia del Bois du Cazier morì anche Alphonse suo padre. Ringraziamo per la collaborazione Alain Forti e Julie van der Vrecken del museo de Le Bois du Cazier, la nipote di Marceau Caillard, la signora Dequesne ed in particolare Marialuisa Fuschi”.
Mattarella, Renzi e Gentiloni devono ricordare i tanti italiani morti nelle miniere in Belgio di Marcinelle! Non devono permettersi di paragonare quei nostri avi migranti con lo scopo di lavorare a duro prezzo(in quel periodo c’era bisogno di mano d’opera, lì!) con l’invasione indiscriminata ed inutile di questi clandestini neri africani con smartphone, t-shit firmate, tanta voglia di stupro e di furto! Quei nostri poveri avi non si sarebbero mai permesso di assalire la polizia come è successo oggi a Napoli e di gridare, come hanno fatto questi ignobili e scansafatiche di africani,” l’Italia è nostra”:altro che poveri migranti Papa Francesco! Il commento è originale e non è duplicato di nulla! Forse volete nascondere la verità? Avete paura di ritorsioni?